Caos ad Haiti dove più di 400 detenuti sono scappati dal carcere locale, e 25 persone sono morte. Si tratta dell’evasione più grande e nel contempo mortale della storia del Paese da un decennio a questa porte. L’evasione è avvenuta di preciso nel carcere di Croix-des-Boquets, ed ha provocato la morte del direttore della prigione nonché di un potente boss. Sembra infatti che l’evasione sia stata organizzato proprio per liberare il malavitoso, tale Arnel Joseph, considerato il leader di una gang, e fuggitivo di Haiti più ricercato fino al suo arresto del 2019 (era accusato di omicidio, stupro e rapimento).
Dopo essere evaso dalla prigione a bordo di una motocicletta, è stato fermato ad un checkpoint dove è in seguito a morto per via di uno scontro a fuoco con la polizia. Stando a quanto specificato dalle autorità locali, sessanta fra i detenuti evasi sono stati recuperati e riportati dietro le sbarre, e nel contempo è scattata l’indagine per ricostruire nel dettaglio quanto accaduto.
MAXI EVASIONE AD HAITI: LA SECONDA FUGA IN POCHI ANNI
La prigione in questione era già stata protagonista di una maxi evasione datata 2014, quando più di 300 persone, fra le 899 rinchiuse, scapparono dal carcere. Dopo quella maxi fuga i funzionari avevano affermato di essere al lavoro per aumentare la sicurezza del carcere, costruito nel 2012, comprese telecamere di sicurezza e “cavigliere” per i prigionieri più pericolosi. Evidentemente qualcosa non ha funzionato o forse queste misure non sono ancora state inserite nonostante siano passati quasi dieci anni dall’annuncio. Il presidente Jovenel Moise ha twittato dicendo che la polizia nazionale di Haiti “è incaricata di prendere tutte le misure per portare la situazione sotto controllo”, mentre Helen La Lime, rappresentante speciale di Haiti del Segretario generale delle Nazioni unite, ha dichiarato: “Incoraggio la polizia ad accelerare le indagini sulle circostanze che circondano questo incidente, raddoppiare i suoi sforzi per arrestare nuovamente i fuggitivi e rafforzare la sicurezza intorno alle carceri in tutto il Paese”.