Prosegue l’indagine della Guardia di Finanza e della Procura di Milano sulla maxi frode fiscale Italia-Cina che ha coinvolto diverse società, tra le quali anche alcune cooperative italiane. Al momento sono 22 gli arresti ed altre 51 persone risultano indagate per associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, riciclaggio ed almeno altri 130 altri capi d’imputazione e reati differenti. La sede principale dell’associazione si trovava a Trezzano sul Naviglio, ed era una vera e propria centrale operativa della malavita, nella quale collaboravano mafia italiana e criminalità cinese.
L’inchiesta vede come due principali protagonisti ed amministratori, un cinese di nome Jin Weiwei, ed un italiano, Salvatore Bordo, originario di Torre del Greco. I due accumulavano principalmente crediti IVA inesistenti da fondi neri e con la complicità di due insospettabili tabaccai cinesi, trasferivano una volta al mese i soldi direttamente in Cina tramite bonifici a prestanome e società fantasma. Il meccanismo andava avanti da almeno vent’anni e dalle intercettazioni le forze dell’ordine sono riuscite a trarre le conclusioni per disporre l’ordinanza di custodia cautelare.
Maxi evasione cinese, intercettazioni: “Se ci scoprono ci arrestano tutti”
Milano come Chinatown, non più solo reati legati al gioco d’azzardo e alla prostituzione, ma una vera e propria ampia organizzazione cinese di stampo malavitoso che operava in tranquillità grazie alla collaborazione con criminali italiani. Salvatore Bordo, come si evince dalle intercettazioni, si occupava di differenziare le fatture per prestazioni di lavoro inesistenti ma anche per l’acquisto di materiali per scarpe e pubblicità. Mentre Jin Weiwei procurava società inesistenti e prestanome titolari di conti correnti sui quali indirizzare i bonifici. Veniva inviato in Cina un milione di euro a settimana, di cui una parte tornava direttamente pulito ed in contanti nelle tasche di Salvatore Bordo. Nell’indagine sono coinvolte anche alcune grandi cooperative legate a società Spa di logistica come Dhl, Sda e Brt.
Per il momento non sarebbero sotto inchiesta, ma dalle intercettazioni si capisce che erano tutti consapevoli di quello che stavano facendo. In una conversazione telefonica, pubblicata su Il Tempo, il legale di una di queste società affermava “non paghi l’Iva e non paghi questo e quello e ti trovi con un buco così in petto. Devi studiare il sistema di uscire dalla partita, butti i soldi a bordo e dopo bruci, è tutta logica”. Mentre Salvatore Bordo registrato dai microfoni ambientali ammetteva il reato “io faccio falsa fatturazione ok? C’è il riciclaggio di mezzo perché fai i soldi e loro li mandano in Cina … Se ci scoprono ci arrestano tutti!“.