Le malattie non risparmiano neppure latitanti e boss, che di fronte alle patologie non possono di certo utilizzare i canali canonici per curarsi. C’è allora chi come Matteo Messina Denaro sceglie una falsa identità per sottoporsi alle terapie, come fece il boss mafioso per curarsi il cancro al quarto stadio al colon assumendo l’identità di Andrea Bonafede, e chi invece è costretto a ricorrere ad altri metodi. Proprio a questo sarebbe dovuto il maxi furto di medicinali oncologici avvenuto al Policlinico della Federico II di Napoli, per un valore totale di 700.000 euro: tali farmaci sarebbero destinati ai boss mafiosi malati.
Come riporta Libero, martedì mattina i dipendenti che hanno aperto il magazzino si sono resi conto che mancava un gran numero di farmaci. C’erano inoltre armadietti rovesciati, materiale sul pavimento e cassetti aperti: qualcuno, dunque, era entrato nella stanza per rubare. Il tutto, per un valore complessivo di 680mila euro: già a giugno, nella stessa struttura, erano stati rubati farmaci per un milione e 400mila euro. Dunque, questo lascia pensare che vi sia dietro a quanto accaduto, un sistema ben radicato.
Farmaci oncologici rubati a Napoli
Giuseppe Longo, il direttore generale del Policlinico, dopo il furto dei farmaci oncologici rubati a Napoli ha spiegato: “Abbiamo naturalmente sporto denuncia ai carabinieri, indicando nell’esposto tutti i farmaci presi, coi codici e i numeri identificativi”. Immediatamente sono stati consegnati ai militari anche i filmati delle telecamere di sicurezza: dalle immagini si vedrebbe qualcuno muoversi in scioltezza tra le corsia, come se fosse una persona abituata a percorrere quei corridoi, qualcuno che conosce bene l’ospedale. Tanti pazienti si sono visti annullare la propria seduta di terapia e hanno recuperato il giorno seguente “perché abbiamo rimpiazzato le scorte chiedendo forniture in urgenza alle aziende produttrici”.
I farmaci sottratti al Policlinico hanno creato un grave danno economico ma non sarebbe l’unico problema. I medicinali molto probabilmente saranno stati destinati alla criminalità organizzata, per curare i boss malati, ma c’è anche un’altra ipotesi in piedi. Secondo qualcun altro, infatti, i farmaci sarebbero stati venduti sul mercato nero, all’estero, in Cina oppure in Africa, ad un prezzo più basso del suo valore.