Maxime Mbanda non è solo un grande campione di rugby, ma si è anche distinto per essere stato in prima linea durante la pandemia. Ha contribuito a tal punto da essere riconosciuto da Sergio Mattarella: il presidente lo ha incoronato cavaliere al merito della Repubblica. Il motivo? Mentre correvano i tempi più duri del Covid 19, Maxime Mbanda si era offerto di fare da volontario per i trasporti in ospedale dei pazienti, guidando l’autoambulanza della Croce Gialla.
In quel periodo ha raccontato di essere stato impegnatissimo e tra un turno e l’altro ha pensato solo al bene del prossimo mettendo momentaneamente in stallo la sua carriera. Nato nel 1993, Maxime Mbanda ha oggi due figli, uno di nome Mata Leone, e la secondogenita Celeste. Ha deciso durante il periodo più difficile degli ultimi anni di far parte della Croce Gialla di Parma, un gesto importante che non lo ha tenuto al sicuro da tante polemiche: molti si sono lamentati ritenendo “eccessivo” il gesto del Presidente Mattarella.
Maxime Mbanda, il racconto commovente durante il Covid: “Mi tenevano la mano, avevano paura di morire”
Tutto è iniziato dai primi di marzo, come ha raccontato lo stesso Maxime Mbanda. Correva il momento più difficile per gli italiani e non solo, e il giocatore di rugby ha deciso di contribuire per la comunità: “C’era urgente bisogno di personale, dato che si entrava in un periodo intenso“, ha spiegato. Non mancano i racconti più suggestivi di quando insieme agli altri operatori sanitari si presentava dai pazienti: “Molti non erano coscienti perché la malattia li aveva colpiti in maniera aggressiva alle vie respiratorie“, spiega il campione: “Erano terrorizzati, avevano paura di andare a morire”. Un’esperienza incredibile, in cui Maxime Mbanda racconta anche di aver confortato e tenuto la mano a moltissime persone.
Di fondo, Maxime Mbanda ritiene ci sia anche un po’ il merito del rugby, uno sport che pratica da quando era piccolo. Lo spirito di squadra e l’alleanza sono basilari e così è stato nell’associazione della Croce Gialla, dove si è trovato benissimo da subito. Anche nel rugby come in ambulanza, spunta una verità che fa da motto: “Devi impiegare il minor tempo possibile cercando di essere più efficiente che mai.“