L’intervista che Maya Sansa ha concesso a Famiglia Cristiana contribuisce a rivelare alcuni particolari del nuovo film, Red Snake, in cui l’attrice di origini iraniane (per parte di padre) recita come protagonista: una storia che aiuterà a gettare alcune luci sul tema delle guerrigliere curde, di cui al momento letteratura e cinematografia si sono occupate poco. Lo fa invece questo film, liberamente ispirato alla storia di Nadia Murad (premio Nobel per la pace nel 2018) e che tratta appunto l’argomento, ma che resta comunque una pellicola interamente di finzione se non fosse per il contesto e alcuni paesaggi. La stessa Maya Sansa, che interpreta una delle combattenti di cui si parla, lo ha rivelato nella sua intervista; in Red Snake, la cui regia è stata firmata dalla giornalista Caroline Fourest, vedremo come Zara, una yazida venduta all’Isis come schiava del sesso, riesca a scappare e si unisca a un gruppo di soldatesse.
MAYA SANSA PARLA DI RED SNAKE
“E’ arrivato all’improvviso: ho ricevuto una telefonata mentre andavo in aeroporto, in volo ho letto la sceneggiatura e ho accettato appena sono atterrata”. Così ha raccontato la Sansa; le riprese sono iniziate subito e il film è stato girato in Marocco. Fonte di ispirazione, ha raccontato l’attrice, è stata Edgarda Marcucci con la quale ha parlato: è la ragazza romana che ha combattuto in Siria. Anche prima comunque Maya era a conoscenza del tema delle soldatesse curde: “Ero un po’ più attiva sui social e avevo anche pubblicato la foto di Asia Ramazan” ha rivelato; il padre iraniano ha ovviamente contribuito a formarle la cultura e se non l’altro l’interesse per tematiche di questo tipo. “Una battaglia determinante per tutti noi, sotto questo aspetto le donne hanno raggiunto la parità con gli uomini”. Del popolo curdo l’attrice dice che è oppresso ma di grande civiltà, affondano le loro radici in quattro Paesi (Siria, Turchia, Iraq e Iran) e questo è un aspetto che l’ha sempre affascinata.
Nel film Red Snake, nel quale si incontrano culture e credo diversi: da qui la domanda a Maya Sansa su come sia possibile un dialogo tra le diverse religioni, tema sempre molto di attualità: secondo l’attrice la prima chiave è l’assenza di fanatismo, che conduce direttamente a tolleranza e rispetto. “Non si può imporre a una persona di portare il velo, non la si può costringere a essere religiosa” ha detto, sottolineando come secondo lei tutto questo faccia parte dell’intimo e personale di ciascun essere umano. A proposito: per la Sansa la multiculturalità resta una grande ricchezza ma, dovendo scegliere, Roma (dove è nata) è la città cui si sente ancora più legata.