Fervono i preparativi a Mayotte per l’operazione Wuambushu, maxi espulsione di migranti che dovrebbe iniziare lunedì 24 aprile e durare circa due mesi. L’obiettivo della Francia è distruggere quasi mille capanne di latta e baraccopoli che ospitano circa 5mila persone nell’isola francese che si trova in Africa, espellere almeno 10mila migranti privi di documenti verso le vicine isole Comore e arrestare i violenti. Sono stati dispiegati 500 poliziotti e gendarmi supplementari, tra cui 40-50 uomini del CRS 8, l’unità d’élite specializzata nella violenza urbana. Questo contingente va a rinforzare i 1.300 uomini già presenti sul posto. Il ministero della Giustizia, invece, ha inviato sei magistrati e sette cancellieri, oltre a quindici agenti della Protection Judiciaire de la Jeunesse (PJJ). Stando a quanto riportato da Le Figaro, all’aeroporto una dozzina di furgoni della polizia nazionale sono in attesa di essere inviati nella zona, dove i controlli sono già stati rafforzati.
Dei 300mila abitanti di Mayotte quasi la metà sarebbe in situazione irregolare (fonte: Insee 2022). In totale, un mahoriano su due vive in alloggi malsani, a volte senza acqua né elettricità. Secondo l’Istituto di Statistica, il territorio è afflitto da un tasso di criminalità tre volte superiore a quello della Francia continentale e ha anche un tasso di povertà del 70%. Quindi, per una parte della popolazione, gli immigrati clandestini sono responsabili della violenza perpetrata nel territorio.
MAYOTTE, EMERGENZA VIOLENZA E RISCHIO ISLAMISMO RADICALE
«Questa operazione è essenziale per l’equilibrio sociale dell’isola, perché è utopico credere che l’isola possa essere popolata in massa al punto da rendere i francesi di Mayotte una minoranza sulla loro stessa isola senza spiacevoli conseguenze», ha dichiarato il Collettivo dei cittadini di Mayotte, per il quale questo afflusso di immigrati clandestini sta minando l’economia locale e il sistema sanitario. «Nel 2022 l’arcipelago avrà ancora il 16% di omicidi in più e un aumento del 30% delle rapine violente. I bambini non possono più andare a scuola senza rischiare di essere aggrediti. I blocchi stradali stanno allontanando il personale medico dalla terraferma, peggiorando l’offerta di cure. Alle donne incinte viene talvolta impedito di recarsi in ospedale per partorire a causa delle bande. È una situazione di delinquenza aggravata a cui dobbiamo rispondere con grande fermezza», ha dichiarato il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, a Le Figaro. Ci si sta concentrando anche sulle armi. «Le note di intelligence ci dicono che l’islamismo radicale vuole diffondersi, soprattutto a Mayotte, terra di islam moderato. È chiaro che dobbiamo evitare l’attacco islamista di domani e ridurre lo sviluppo delle bande e della loro organizzazione criminale», ha aggiunto Darmanin.
“NON CI SONO SOLUZIONI ABITATIVE”
«Se lo Stato spera di trovare solo immigrati clandestini nelle bangas, si sta ingannando», dichiara invece Daniel Gros, rappresentante della Lega per i diritti umani (LDH). Inoltre, non tutti gli immigrati privi di documenti vanno espulsi agli occhi della legge. Ad esempio, i minori arrestati senza un rappresentante legale, le persone sposate con un cittadino francese da almeno tre anni, le persone arrivate prima dei 13 anni o le persone gravemente malate. Secondo la legge Elan, alle persone sfrattate legalmente vanno proposte anche soluzioni abitative. Ma secondo LDH, «le operazioni precedenti sono troppo recenti perché sia disponibile un numero sufficiente di posti. Tanto più che l’isola è crudelmente carente di alloggi». Infatti, Etienne Aka, direttore dell’Acfav che effettua indagini sociali prima delle demolizioni per ricollocare le famiglie, ammette: «Nell’ambito di questa operazione, a mia conoscenza non c’è alcuna soluzione abitativa». Comunque, non c’è solo il problema delle espulsioni. La Francia vuole impedire le partenze dai Paesi d’origine, in collaborazione con questi ultimi. «Per controllare meglio lo spazio marittimo, garantiremo, da parte nostra, una potente copertura radar. Saranno dispiegati anche mezzi militari di sorveglianza aerea e marittima, grazie al Ministro delle Forze Armate», ha dichiarato il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin. Inoltre, ha proposto che per diventare francesi al raggiungimento della maggiore età, entrambi i genitori del richiedente devono essere legalmente residenti da più di nove mesi al momento della nascita.