«Nessuna procedura, anche la più perfezionata, è esente da errori, perché coinvolge le coscienze e le decisioni di uomini e di donne. Ma il Rapporto avrà degli effetti anche in questo: nel rendere tutti coloro che sono coinvolti in tali scelte più consapevoli del peso delle proprie decisioni o delle omissioni», reagisce così il Segretario di Stato Card. Pietro Parolin dopo la pubblicazione del vasto report sul caso McCarrick, l’ex arcivescovo di Washington destituito prima da Papa Benedetto XVI e poi “spretato” definitivamente da Papa Francesco nel 2019 per il dramma della pedofilia. 451 pagine, una mole sterminata di documenti che arrivano dopo la decisione di Bergoglio di investigare il caso in Segreteria di Stato per pubblicare infine le conclusioni che spieghino il perché Theodor McCarrick sia stato condotto fuori dallo stato sacerdotale. 50 anni quasi raccontati in 451 pagine, con l’ascesa all’interno della gerarchia ecclesiale Usa e il momento “clou” nella lettera inviata a Stanislaw Dziwisz, segretario di Wojtyla, il 6 agosto del 2000, dallo stesso McCarrick per giurare il falso contro le accuse di molestie pervenute da alcune testimonianze e denunce: «Nei settanta anni della mia vita, non ho mai avuto rapporti sessuali con alcuna persona, maschio o femmina, giovane o vecchio, chierico o laico, né ho mai abusato di un’altra persona o l’ho trattata con mancanza di rispetto». Venne creduta la sua posizione e così divenne cardinale, uno dei più importanti nella Chiesa americana se non forse il capofila “conservatore”: il “report McCarrick” è una sorta di “risposta” a distanza di due anni dalle fortissime accuse dell’ex nunzio apostolico Usa Carlo Maria Viganò mosse contro Papa Francesco, reo – secondo il porporato ora in esilio “nascosto” – di avere coperto per mesi la posizione di McCarrick.



IL CASO MCCARRICK E LE CONSEGUENZE NELLA CHIESA

Le persone intervistate nel rapporto durato 2 anni sulla figura di McCarrick hanno descritto una gamma di comportamenti comprendenti «abusi o aggressioni sessuali, attività sessuale non voluta, contatti fisici intimi e condivisione dello stesso letto senza contatti fisici». Emerge poi dal rapporto come tre dei quattro vescovi americani della commissione chiamata a verificare le accuse contro il cardinale di Washington fornirono alla Santa Sede «informazioni non accurate e, inoltre, incomplete circa la condotta sessuale di McCarrick con giovani adulti». La forza del rapporto, spiega il direttore di Vatican News Andrea Tornielli a Repubblica, «sta certamente nella sua completezza ma anche nella visione d’insieme che fornisce. E dalla visione d’insieme emergono alcuni punti fermi dei quali è importante tenere conto. Il primo riguarda gli errori commessi che hanno già portato al varo di nuove norme nella Chiesa, per evitare che la storia si ripeta». Secondo il Cardinal Parolin nessuna procedura, neanche la più perfezionata, «è esente da errori, perché coinvolge le coscienze e le decisioni di uomini e donne. Ma il Rapporto avrà effetti anche in questo: nel rendere tutti coloro che sono coinvolti in tali scelte più consapevoli del peso delle proprie decisioni o delle omissioni. Sono pagine che spingono a una profonda riflessione e a chiederci che cosa possiamo fare di più in futuro, imparando dalle dolorose esperienze del passato». Il ““Rapporto sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede riguardante l’ex cardinale Theodore Edgar McCarrick (dal 1930 al 2017)” – questo il titolo ufficiale – viene oggi commentato anche capo dei vescovi americani, l’arcivescovo di Los Angeles José Gomez: «è un altro tragico capitolo della lunga battaglia della Chiesa per confrontare i crimini di abuso sessuale del clero».



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