I punti vendita di McDonald’s in Israele hanno deciso di offrire migliaia di pasti gratis ai soldati e alle persone che sono impegnate a contrastare le conseguenze della guerra con Hamas, ad esempio negli ospedali e nelle strutture di accoglienza delle vittime del conflitto. L’iniziativa, tuttavia, non è piaciuta ai franchising dell’azienda presenti nei Paesi musulmani, che si sono dissociati in fretta.
È il caso di Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Turchia. Essi hanno specificato che l’atto in questione è “individuale e privato” e che “non ha ricevuto l’approvazione della società internazionale o di qualsiasi altro licenziatario, soprattutto nel mondo arabo”. Anche il Pakistan non ha avuto dubbi nel prendere le distanze: “Non siamo affiliati alle attività di McDonald’s in Israele che è un’impresa israeliana di proprietà locale”, ha scritto.
McDonald’s offre pasti gratis ai soldati israeliani: è polemica coi Paesi musulmani
Le prese di posizione nei confronti della decisione di McDonald’s in Israele ha deciso di offrire pasti gratis ai soldati ha insomma creato non poche discussioni nel mondo. Ad esprimersi è stato anche in franchising dell’Oman. “Uniamo tutti i nostri sforzi e sosteniamo la comunità di Gaza tramite tutto ciò che possiamo. Chiediamo a Dio Onnipotente di proteggere il nostro amato Paese e tutti i paesi arabi e musulmani nei confronti del male e dell’odio”. L’azienda ha specificato però di non avere “nessuna affiliazione politica o religiosa” e di “non interferire mai nella politica e aderisce sempre alla neutralità assoluta e non sostenere nessuna posizione politica per quanto riguarda i suoi interessi commerciali nel mondo”.
Il dibattito dunque tiene banco a livello internazionale. Intanto, però, dai vertici dell’azienda americana non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale. I dirigenti dovranno ad ogni modo trovare un modo per risolvere la questione, senza scontentare nessuno e senza subire danni anche dal punto di vista dell’immagine.