Il MedFilm Festival, il più longevo festival cinematografico romano, torna in sala quest’anno dopo l’edizione solo online del 2020. La  ventisettesima edizione si svolgerà a Roma al Cinema Savoy, al Museo Macro, al Nuovo Cinema Aquila, alla Casa delle Letterature e alla Biblioteca Europea. Il ricco programma, che mostra il meglio del cinema del Mediterraneo attraverso dieci giorni di proiezioni, meeting professionali, masterclass nelle università, webinar, incontri con giovani autori e maestri del cinema, si potrà però seguire in tutta Italia  anche sulla piattaforma MyMovies.



Apre il festival il film Una storia d’amore e di desiderio, opera seconda della regista tunisina Leyla Bouzid. Il film, una delle cinquanta anteprime italiane del festival, mette in scena la storia dell’incontro folgorante tra il timido Ahmed, studente universitario diciottenne di origine algerina,  e l’esplosiva Farah, giovane tunisina da poco trasferitasi a Parigi. I due si conoscono studiando insieme testi della letteratura erotica araba e questo crea un contesto molto particolare per i loro incontri. Tra i nove film in concorso per il premio della selezione ufficiale, oltre a quello d’apertura, il desiderio e la scoperta di sé sono raccontati anche dal libanese Death of Virgin, and the Sin of not Living di George Peter Barbari, che racconta lo storico giorno in cui alcuni adolescenti, guidati dall’amico più intraprendente, incontrano una prostituta allo scopo di perdere la verginità.



È imperdibile Amira dell’egiziano Mohamed Diab. Racconta la storia di una diciassettenne palestinese figlia di un’eroe della resistenza. Il padre sconta il carcere a vita in Israele e ha avuto Amira grazie al seme che è riuscito a far arrivare alla moglie dall’interno del carcere. Quando cerca di avere un altro figlio con lo stesso sistema si scopre, con le tecniche attuali, che il suo seme è sterile. È solo l’inizio di una serie di colpi di scena e di conflitti che hanno fatto di Amira uno dei film più drammatici e spettacolari (e graditi dal pubblico) all’ultima Mostra del cinema di Venezia



Una divertente anteprima è il travolgente Casablanca Beats di Nabil Ayouch, candidato marocchino agli Oscar 2021, che segue un gruppo di giovani musicisti in un centro culturale a Casablanca mentre cercano di affrancarsi dal peso delle tradizioni ricorrendo al rap e alla cultura hip hop.

La famiglia e la ricostruzione della sua memoria sono al centro di due film:  On the Fence di Nesrine El-Zayat, viaggio intimo della regista che dal Cairo torna al piccolo villaggio natale, Tema, nel nord dell’Egitto, e Mariner of the Mountains, opera del regista brasiliano Karim Aïnouz, che si imbarca a Marsiglia per andare alla scoperta del Paese d’origine del padre, l’Algeria. Attraverso un diario personale, fatto di immagini e riflessioni, realizza un saggio antropologico di grande potenza visiva e una meditazione sulle conseguenze della colonizzazione. Sempre di legami famigliari si occupa Good Mother diretto dalla regista-attrice Hafsia Herzi, indimenticabile interprete della sequenza della danza del ventre nel film Cous cous di Abdellatif Kechiche. Vi si i narra la cronaca quotidiana della vita di una cinquantenne di Marsiglia che lavora come donna delle pulizie e lotta per il figlio incarcerato per rapina e in attesa di giudizio.

Delicato e struggente è il film Sanremo dello sloveno Miroslav Mandic, che racconta di Bruno, un anziano egiziano affetto da Alzheimer, ospite di una casa di riposo, che ogni giorno si innamora di una donna, Dusa, e ogni sera se ne dimentica.

Chiude idealmente il concorso, il grande ritorno del maestro del cinema turco Semih Kaplanoğlu, che in Commitment Hasan mette in scena i dilemmi morali e il senso di responsabilità di un contadino dell’entroterra turco che resiste alla Società elettrica, che intende costruire un impianto in mezzo ai suoi campi, ma vorrebbe anche trovare i mezzi economici per andare alla Mecca con la moglie.

Tra i film della sezione Fuori concorso spicca l’anteprima italiana dell’israeliano Ahed’s Knee di Nadav Lapid (vincitore del Premio speciale della giuria al Festival di Cannes 2021). Un regista progetta di fare un film su Ahed Tamami, giovanissima attivista palestinese, alla quale, secondo un deputato conservatore della Knesset avrebbero dovuto sparare al ginocchio per obbligarla ai domiciliari. Intanto si reca in un villaggio nel deserto dove proietteranno il suo film precedente, scritto con la madre. Nel villaggio conosce una bellissima donna che però è la funzionaria del ministero della Cultura che lo deve controllare e censurarlo, se necessario, quando presenta il film. Così affronta due sfide: contro la morte della libertà nel suo Paese e contro la Morte che, gli sta portando via sua madre malata di cancro.

Sempre Fuori concorso troviamo, in anteprima italiana, Eastwood di Alireza Rasoulinejad, commedia surreale su un regista che parte alla ricerca nel Sud dell’Iran del sosia di Clint Eastwood, e, infine, l’immortale capolavoro di Mohsen Makhmalbaf, Viaggio a Kandahar, di cui ricorre il ventesimo anniversario della sua realizzazione e che viene proiettato nel corso di una giornata, il 12 novembre, dedicata ai sessanta anni di Amnesty International.

Il Marocco e la Slovenia sono i Paesi ospiti d’onore del Festival ai quali sono dedicati due Focus. Si tratta di un’occasione unica per conoscere le vivaci cinematografie di due Paesi vicini all’Italia ma i cui film non vengono distribuiti nei circuiti commerciali e sono praticamente invisibili.  L’omaggio al Marocco proporrà uno dei film più celebri di Faouzi Bensaïdi, che riceverà il Premio alla Carriera, Death for Sale, storia di tre giovanissimi criminali che organizzano un colpo per sfuggire alla miseria, e il documentario Before the Dying of the Light di Ali Essafi, imperdibile film, costruito con materiali d’archivio rarissimi (poster, copertine di riviste, musica jazz, cartoni animati), che ricostruisce l’epoca straordinaria dell’avanguardia artistica e dell’impegno politico nel Marocco degli anni ’70.  

Per la Slovenia, focus tutto al femminile e tra le opere slovene in programma, l’emozionante Il segreto della miniera di Hanna Slak, candidato agli Oscar 2017, tratto da una storia vera. Un minatore bosniaco è vivo perché è emigrato in Slovenia mentre  i suoi parenti sono stati tutti uccisi durante le Guerra nei Balcani.  Viene incaricato di esaminare una miniera chiusa e confermare che è vuota. Scoprirà invece che nasconde un segreto tragico che i suoi capi vorrebbero nascondere per sempre ma che lui renderà pubblico.

Il MedFilm Festival ospiterà anche quest’anno il Premio Lux del Parlamento europeo e verrà proiettato il film vincitore Collective di Alexander Nanau, lo straordinario documentario candidato agli Oscar 2021 che ricostruisce l’inchiesta giornalistica che ha dimostrato la corruzione del Sistema sanitario rumeno. Si tratta di un altro film imperdibile per chi non l’ha visto.

È prevista anche una sezione chiamata Perle dedicata al cinema italiano. Tra le opere in programma c’è un doppio omaggio a Leonardo Di Costanzo, il cui ultimo film Ariaferma ,dopo la presentazione a Venezia, è in sala in questi giorni. Verranno proiettati Cadenza d’inganno e L’intervallo, due delle più significative opere dell’artista napoletano.

La sezione ufficiale dei cortometraggi del MedFilm Festival presenta ventiquattro opere internazionali in concorso ma viene anche proposta l’intera programmazione di sette cortometraggi italiani presentati a Venezia nel corso della S.I.C.-Settimana Internazionale della Critica di Venezia. A introdurre i cortometraggi italiani italiani provvederà Beatrice Fiorentino, delegata generale della S.I.C.

Nella sezione Sguardi dal futuro verrano inoltre proiettati i film di diploma di tredici studenti che provengono dalle scuole di cinema di Italia, Francia, Grecia, Libano, Marocco, Slovenia, Spagna e Tunisia. 

Oltre agli  incontri quotidiani con registi e autori, prima e dopo i film in programma, si segnalano, infine, due masterclass in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma il primo con Faouzi Bensaïdi (venerdì 5 novembre alle 11:00) e l’altro con Leonardo Di Costanzo (martedì 9 novembre alle 9:30).

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