Caro direttore,
mentre il mondo sta andando a gambe all’aria e il multipolarismo si appresta a disgregare vecchi equilibri oramai sempre più insostenibili, in Italia assistiamo ad una costante distrazione di massa che si esprime con omissioni, distorsioni di verità sia naturali che scientifiche. Anche con l’aggressione mediatica contro chiunque si permetta di non condividere la vulgata imperante riguardo al gender, ai vaccini, al riscaldamento climatico, alla transizione green.



Sorprende che a voler mettere all’indice un libro o togliere la parola ad uno scienziato siano quelli che si sono sempre distinti per le loro battaglie libertarie. E che hanno dimenticato il famoso aforisma attribuito a Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo”. Anzi, si schierano compatti nello zittire chiunque osi dissentire da un pensiero unico vigente in una dittatura culturale che non ammette confronti “evidence based” (come si usa dire nel linguaggio scientifico serio) e appioppa a chi la pensa diversamente stigmi come negazionista, terrapiattista, no vax.



Del libro del generale Vannacci si è detto fin troppo. Ora è salito all’onore delle cronache il caso Foa-Citro, che offre il destro per una serie di considerazioni di carattere generale sul livello di inciviltà della pubblica “conversatio” della nostra Italietta.

Come è ormai risaputo, in una puntata del suo nuovo programma radiofonico “Giù la maschera” Marcello Foa, ex presidente della Rai, ha interpellato sul tema Covid 19 prima il prof. Massimo Galli, nota virostar del genere “allarmista”, e poi il dott. Citro della Riva, autore di approfonditi saggi (ricchi di argomentazioni “evidence based”) notoriamente critico sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini.



Apriti cielo: sono partiti lancia in resta gli alabardieri di sinistra come Sensini, Fratoianni, Ruotolo, con in testa Mentana che ha dato a Citro del “cialtrone antiscientifico”. Ai vessilliferi del politicamente corretto non è andato evidentemente giù che Foa non abbia usato il metodo caro ai conduttori di talk show che fanno finta di essere democratici organizzando una rissa dove, abitualmente, molti contro uno massacrano un malcapitato dissenziente. Ma ha evitato che lo spocchioso virostar potesse aggredire il suo interlocutore.

Nel suo spazio, Galli ha elargito sue personali sensazioni come verità scientifiche per nulla assodate da una letteratura sempre più critica, e ha addirittura avuto l’improntitudine di definire “fanfaluche” le preoccupanti notizie di effetti avversi gravi e anche fatali, per non parlare del rilevante eccesso di mortalità verificatosi in occasione della vaccinazione, come risulta dai dati ufficiali di tutti Paesi che ancora li pubblicano.

Citro ha esposto con molta pacatezza e dovizia di argomenti scientifici le tesi sempre più accreditate sul fatto che le proteine Spike non si fermano nel muscolo deltoide, ma si moltiplicano nell’organismo – a distanza di tempo – nei più diversi tessuti e organi, con il rischio oramai acclarato di rivelarsi tossiche.

Pur non sapendo assolutamente nulla di T-helper, T-suppressor, polimerasi, Dna, trascrittasi inversa, nanolipidi, IgE e in generale  dell’assai complesso sistema immunitario, la brigata d’assalto è partita all’attacco gridando allo scandalo, invocando la chiusura del programma che ha osato “dare voce a un medico no vax per di più sospeso”. Ora, va osservato che Citro Della Riva è stato sospeso sei mesi per non essersi vaccinato, e che la sospensione era scaduta da tempo. Mentre Galli è sotto processo per il presunto condizionamento di un concorso universitario.

Si è scatenata pure la Federazione italiana dei medici chirurghi, che, ignorando le reiterate raccomandazioni fatte dal Citro di rivolgersi sempre al proprio medico che dovrebbe decidere le terapie in scienza e coscienza, ha detto: “Prendiamo atto positivamente del fatto che la Rai si è dissociata da queste affermazioni e, in particolare, da quelle relative alle cure che non sarebbero state garantite ai malati di Covid e da quelle sull’efficacia e sui pericoli dei nuovi vaccini. Pur nel rispetto della libertà di opinione, è inaccettabile che le trasmissioni pubbliche, su tematiche così rilevanti sul piano scientifico e per la tutela della salute pubblica, diano voce a tesi che sono palesemente infondate”.

Tesi palesemente infondate? Cialtronate antiscientifiche (Mentana)? È di ieri un comunicato dell’avv. Holzesein: “A causa dell’enorme numero di morti improvvise – proprio anche tra i giovani – l’Autorità per il Farmaco Europea (Ema) e la Commissione europea ora ammettono nella versione nuova dell’allegato ‘I’ alle decisioni di autorizzazione di immissione sul mercato dei cosiddetti ‘vaccini’ Covid-19 Comirnaty di Pfizer/BioNTech e Spikevax di Moderna, che queste due sostanze basate su mRna, causando miocarditi e pericarditi, possono provocare morti e altri danni anche irreversibili”.

Quanto alle cure non garantite ai malati di Covid, come può la Federazione dei medici ignorare che la dottoressa Maria Rita Gismondo, già collega d’ospedale di Galli, ha affermato più volte senza essere mai stata querelata dal ministro Speranza che “Il protocollo paracetamolo e vigile attesa ha fatto morti”? Mentre il prof. Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, ha provato con due studi che “la somministrazione precoce di normali antiinfiammatori era in grado di impedire il 90% delle ospedalizzazioni”?

Sono servizio pubblico le illazioni controfattuali di Galli e sono fake le argomentazioni scientifiche illustrate da Citro? Sicuro che possiamo prendere per oro colato le affermazioni di chi esclude qualunque tossicità dei vaccini anti-Covid?

Guarda come è severo il caso: proprio ieri si è saputo che il grande esperto di genomica del cancro prof. Philip Buckhaults, in una audizione al Senato della Carolina, ha chiarito che proprio a causa della tecnica mRna “i singoli frammenti/geni possono entrare nella cellula e finire nel nostro Dna, con conseguenti alterazioni funzionali… interrompendo l’attività di un gene soppressore del tumore, o attivare un oncogene”. “Quanto affermato da Buckaults è allarmante” ha detto l’oncologo della Sapienza prof. Mariano Bizzarri, che condivide la sua ipotesi di sottoporre le persone vaccinate a test per nulla complessi per vedere se parte del Dna estraneo si è integrato nel genoma delle loro cellule staminali.

Per concludere, che dire della trasmissione riparatrice in cui Foa ha intervistato il prof. Palù e il virologo Andreoni? Il presidente dell’Aifa ha intonato un peana dei vaccini mRna definendoli un miracolo della scienza in quanto studiati e approvati in pochissimo tempo. Infatti: proprio per fare presto non sono stati sottoposti alle prove di carcinogenicità e genotossicità. E proprio da questa fretta nascono tutti i problemi che stanno via via emergendo. Quello che non è stato ricercato prima viene fuori nel tempo, e sulla pelle di una crescente percentuale di vaccinati.

Altra chicca: il virologo Andreoni è tornato a raccomandare le mascherine, quando la meta-analisi Cochrane (oltre 70 studi internazionali) ha dimostrato essere inutili contro i virus.

È questa è la scienza cui dobbiamo credere? A quando allora una (ma ce ne vorrebbero cento) trasmissione riparatrice per scusarsi delle menzogne reiterate per lungo tempo da tg, programmi, talk show, persino gente di spettacolo come la Lucarelli, sull’origine naturale del virus e sugli insulti al Premio Nobel Montaigner che aveva individuato subito, in base alla sua esperienza nello studio del virus dell’Hiv, le sequenze inserite a mano?

Che dire? Credo abbia ragione da vendere la giornalista Martina Pastorelli quando afferma che le reazioni tanto univoche quanto scomposte – e persino isteriche – delle brigate politicamente corrette “sono sintomo di nervosismo, per non dire di panico. Che cos’è che non si deve sentire? Che cos’è che non si deve dire? Su cosa non è ammesso il confronto? Queste intimidazioni, questa chiusura a riccio autorizza il sospetto che si voglia nascondere qualcosa. Perché se si è tranquilli si accetta il dibattito ed il confronto. Se si è sbagliato, come è possibile durante una grave emergenza, lo si ammette e si cambia rotta. Ma se non si fa né l’una né l’altra cosa, e ci si abbandona a reazioni così scomposte, diventa evidente che siamo in presenza di una coda di paglia bella lunga”.

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