Certo, gli ospiti erano stati convocati nel salotto di “Porta a porta” per commentare il virus del Congo, ma conoscendo il loro orientamento, Bruno Vespa non ha resistito a dare man forte agli oppositori del provvedimento dentro e fuori il governo, dedicando una decina di minuti a ridicolizzare l’annullamento della sanzione pecuniaria ai renitenti alla puntura coatta anti-Covid. Servizio pubblico? Deontologia giornalistica? Spazio al contraddittorio? Scrupoli inutili! Non se ne sono fatti all’epoca, quando, del tutto acriticamente, i media si fecero megafono di propaganda di un obbligo senza alcun fondamento scientifico e giuridico, figurarsi se ora se li pongono!



Il più scaltro dei quattro “esperti” presenti in studio, l’infettivologo Matteo Bassetti, se non altro ha messo le mani avanti: “Quel provvedimento (obbligo e multa, nda) fu deciso dalla politica”, non dalla scienza. Te credo: bastava leggere il foglietto illustrativo del siero anti-Covid per sapere che non immunizzava affatto dal contagio e che quindi obbligo e multa, giustificati dallo scopo di “creare un ambiente sociale libero da contagio”, erano evidentemente un abuso di potere. Ma tant’è! L’importante è non sconfessarsi, non ammettere le proprie vergogne e fingersi credibili anche contro l’evidenza e la deontologia professionale.



 

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