Il tradizione speciale del giovedì del programma di Italia 1 Le Iene – chiamato ‘Inside’ – sarà oggi dedicato ad un approfondimento sullo stato di salute della sanità pubblica italiana in crisi da decenni, parlando in particolare dei cosiddetti medici ‘a gettone’ che stanno prosciugando le casse delle ASL regionali con prestazioni lavorative costosissime collegate all’esigenza sempre più marcata di trovare personale per coprire i turni di lavoro negli ospedali: proprio sui medici a gettone ci concentreremo tra queste righe, approfondendo in particolare chi sono, come vengono assunti e – soprattutto – quanto vengono pagati, specialmente in vista delle imminenti festività natalizie che metteranno (come sempre) sotto pressione i nostri nosocomi.



Prima di approfondire la natura dei medici a gettone, vale la pena ricordare che nell’ultimo periodo sono stati più volte al centro di diversi tentativi – tra tutti, la legge 35 dello scorso anno – di regolarizzazione delle loro prestazioni per evitare l’enorme carico economico che da anni pesa sulle spalle della sanità pubblica: proprio in virtù della crisi citata prima (infatti) le prestazioni occasionali dei gettonisti diventano sempre più importanti con l’ovvia – e certamente negativa – conseguenza che attorno alla professione si è creato un vero e proprio business.



Chi sono i medici a gettone: il business dell’assistenza sanitaria a pagamento

Nello specifico, con il termine medici a gettone ci riferisce a quelle figure professionali che dopo aver completato tutto il lungo iter di specializzazione sanitaria decidono di non lavorare né per le strutture pubbliche, né per quelle private, associandosi ad alcune cooperative che li assumono all’occorrenza su richiesta diretta da parte dei dirigenti ospedalieri: con un contratto che potremmo definire a cottimo, operano per determinati periodi di tempo negli ospedali con turni talvolta ben peggiori dei loro colleghi con il contratto fisso ben ripagate da parcelle altissime.



In media per assumere i medici a gettone gli ospedali si trovano a pagare stipendi orari tra i 60 e i 100 euro che variano molto in base al profilo del medico assunto e alla sua posizione lavorativa, oltre che – anche qui: ovviamente – in base al periodo in cui dovrebbero prestare servizio: un recente indagine di Repubblica ha infatti scoperto che nelle festività natalizie in un territorio cronicamente carente di medici come la Liguria i gettonisti verranno pagati 125 euro l’ora a Capodanno che salgono addirittura a 3mila complessivi per le guardie notturne tra il 24 e il 25 dicembre.

A titolo d’esempio, negli ultimi cinque anni i medici a gettone sono stati utilizzati soprattutto in Lombardia, Abruzzo e Piemonte, con spese complessive (dunque riferite all’intero periodo tra il 2019 e il 2023, per ognuna delle tre regioni) che sono ammontante – rispettivamente – a 56, 51 e 34 milioni di euro: non a caso Lombardia e Veneto hanno cercato di porre un freno al fenomeno incoraggiando l’assunzione diretta delle partite Iva, evitando l’intermediazione della cooperativa; mentre la legge 34/2023 citata prima limita l’uso dei medici a gettone a situazione d’emergenza, vietando le proroghe contrattuali e definendo nel dettaglio i settori d’impiego.