Inchiesta dell’Ordine dei medici di Roma nei confronti di 13 iscritti che sono stati segnalati per essersi espressi pubblicamente contro i vaccini. Di questi medici no vax, dieci avrebbero manifestato in diversi modi, anche via social, la convinzione che i vaccini non servano. La vicenda non riguarda quelli anti Covid, in quanto si tratta di episodi che risalgono al 2018-2019, quando non eravamo stati ancora travolti dalla pandemia di coronavirus. Gli ultimi tre, però, avrebbero espresso la loro contrarietà anche sul vaccino anti Covid nel corso di quest’anno. Per loro è stato avviato un procedimento disciplinare.



Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, all’Agi ha spiegato di aver rivolto delle domande precise a questi medici e di essere in attesa di risposte, ma alcune sono già arrivate. Nella fase successiva partirà la valutazione dei casi da parte di una commissione che dovrà decidere se archiviare l’inchiesta o andare avanti con il procedimento disciplinare. Secondo una stima di Filippo Anelli, presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), sono un centinaio i medici italiani considerati “negazionisti” rispetto ai vaccini, anche quelli anti Covid.



MEDICI NO VAX? PROPOSTO OBBLIGO VACCINALE

Il problema non è recente, basti ricordare quanto accaduto nel periodo in cui Beatrice Lorenzin era ministro della Salute e ci fu il dibattito sui vaccini obbligatori per i bambini. «Per fortuna sono pochi, ma capisco che in questi giorni il tema si riproponga con forza», ha dichiarato Filippo Anelli all’Agi. Su questa esigua minoranza, talvolta rumorosa, sono in corso inchieste degli ordini e in alcuni casi ci sono state già sanzioni. «Un conto è esprimere privatamente un’opinione, un conto è fare proselitismo contro i vaccini, che inevitabilmente incide sull’esercizio della professione. Un medico non può turbare il rapporto con il paziente, né mettere in dubbio le libertà scientifiche», osserva il presidente di Fnomceo. Per questo c’è chi ora propone l’obbligo vaccinale per i medici. A tal proposito, Anelli ha spiegato di non essere contrario, ma d’altra parte «bisogna trovare un giusto equilibrio tra la Costituzione, che dice che a nessun cittadino possono essere imposti trattamenti medici, e la situazione contingente».

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