Se da un lato il nuovo Dpcm fino al 24 novembre impone una nuova durissima stretta alle attività consentite in Italia – in pratica tutto ciò che non riguarda strettamente scuola, lavoro, salute e spesa – dall’altro il numero dei contagi continua a crescere in una modulazione che ancora oggi il Presidente Giuseppe Conte ha definito in conferenza stampa come «situazione epidemiologica molto critica». Non erano passati ancora pochi minuti dalla diffusione dell’ultimo bollettino del Ministero della Salute che a lanciare un ulteriore allarme sono stati i medici ospedalieri nella voce del sindacato l’Anaao-Assomed: «La situazione negli ospedali è gravissima e assolutamente critica, con Pronto soccorso e reparti ormai intasati ed il 118 subissato di chiamate: con questo ritmo di contagi entro la seconda settimana di novembre si satureranno le terapie intensive, mentre sono già in grande sofferenza i posti nei reparti Covid ordinari e nelle sub-intensive», spiega Carlo Palermo, segretario del sindacato contattato dall’Ansa. Il nuovo Dpcm, afferma ancora il medico, «è un punto di equilibrio tra esigenze economiche e sanitarie, ma potrebbe non bastare». Quello che va a delinearsi di fatto è un semi-lockdown ma secondo l’Anaoo se i numeri non dovessero calare nei prossimi giorni «sarà allora inevitabile un lockdown totale». Secondo il rappresentante degli ospedalieri ormai i tamponi non bastano, l’assistenza domiciliare è di fatto quasi assente «con le unità di medici Usca per le cure a casa che presentano problemi di organici, e con il sistema di tracciamento ormai impossibile dato l’altissimo numero di contagi»: per questo, conclude Palermo, «l’unico presidio al quale i cittadini si stanno rivolgendo in massa sono proprio gli ospedali, che sono però presi d’assalto anche da pazienti poco sintomatici che non avrebbero bisogno di cure ospedaliere o da cittadini che richiedono tamponi».



CAOS CONTAGI, FRANCESCHINI ALLARMA “DPCM È MINIMO…”

Preoccupati i medici dell’Anaoo, preoccupato il Cts – anche se ancora oggi Franco Locatelli (Presidente Css) ha avvertito di non farsi prendere dal panico visto che la situazione ancora in questo momento non è affatto nelle condizioni di marzo scorso – e allarmato anche Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie Infettive all’Università di Roma Tor Vergata. Commentando i nuovi contagi di questa domenica all’Ansa spiega «I numeri di oggi relativi ai contagi da Covid-19 evidenziano che ormai l’epidemia è fuori controllo e sono particolarmente preoccupanti sia i dati sui nuovi casi sia quelli relativi ai nuovi ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive». Ad aggiungere timori l’ala politica più “rigorista” che ha insistito per la durezza di questo ultimo Dpcm (il 22esimo dell’emergenza Covid, ndr) e che con il ministro della Salute Speranza spiega su Facebook «Sono giorni difficili. La curva del contagio cresce nel mondo. E in tutta Europa l’onda è molto alta. Dobbiamo reagire subito e con determinazione se vogliamo evitare numeri insostenibili. Per questo abbiamo firmato un nuovo Dpcm con misure restrittive volte a ridurre le occasioni di contagio. Ogni scelta comporta sacrifici e rinunce. Ne sono consapevole. Ma dobbiamo intervenire con fermezza se vogliamo contenere il virus nel tempo che manca all’arrivo di vaccini e cure efficaci e sicuri». Sibillino invece il commento del Ministro della Cultura Dario Franceschini, intervistato da CorriereTv dopo l’uscita del nuovo Decreto del Presidente Conte: «Quando devi intervenire e hai responsabilità di governo non puoi consultare tutte le parti sociali. Se chiedi ai ristoratori se vogliono chiudere ti diranno di no. Il tempo dirà se abbiamo fatto bene o male, ma guardando i contagi di oggi, dico che abbiamo fatto bene, forse abbiamo fatto il minimo».

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