I posti vacanti per i medici negli ospedali minori d’Italia sono numerosi. Ai concorsi per ottenere un incarico al Pronto soccorso, spesso, non si presenta nessuno. I motivi, secondo i dati riportati dal Corriere della Sera, sono da ricondurre ai turni massacranti e rischiosi a fronte di uno stipendio mediocre e alla mancata possibilità di fare visite private. È per questo che alla fine i candidati finiscono per affollarsi tutti in strutture più attrattive, dove c’è più casistica e c’è maggiore possibilità di crescere professionalmente. 



Le strutture coinvolte nel fenomeno sono diverse. In Lombardia per un posto al Papa Giovanni XXIII di Bergamo e uno agli Spedali Civili di Brescia si sono presentati rispettivamente 30 e 16 candidati. Per 6 posti agli ospedali Fatebenefratelli e Sacco, centrali per Milano, sono arrivate invece 22 domande. Per 4 posti al San Matteo di Pavia, solo 10 domande. Addirittura nessuna infine per i 10 posti a tempo indeterminato a Rho e per i 4 di Crema. In Emilia Romagna, anche a Bologna diversi bandi sono andati deserti. Alla quarta volta, si sono presentati 2-3 candidati che hanno poi rinunciato all’incarico. In Sicilia i posti vacanti sono addirittura 1.500.



Medici, posti vacanti negli ospedali minori: ai concorsi non si presenta nessuno, il fenomeno

Il Governo ha attuando delle soluzioni tampone per i posti vacanti dei medici negli ospedali minori. In primis si sta facendo ricorso ai gettonisti, poi i turni scoperti di notte, nei fine settimana e nei festivi vengono appaltati alle cooperative (un modus operandi che è stato però fermato con una norma nel Decreto energia del 28 marzo 2023). La qualità delle cure ai pazienti tuttavia non è tra l’altro in questo modo pienamente garantita.

Un’altra opzione è quella dei medici stranieri, che sono passati dai 15.800 pre-pandemia ai 24.500 di oggi. Il 40% di loro lavora proprio negli ospedali ciò. L’assunzione a tempo indeterminato tuttavia non è possibile in virtù di alcuni impedimenti burocratici. Il regolamento infatti prevede che soltanto chi ha la cittadinanza italiana possa partecipare ai concorsi pubblici. Infine, ci sono gli specializzandi. Questi possono essere assunti a tempo determinato fin da quando frequentano il secondo anno della Scuola, poi il contratto viene riconvertito in indeterminato con l’acquisizione del titolo. Nonostante ciò, non bastano a coprire le lacune.