I medici USA vivono nel dubbio costante: bisogna curare i no vax oppure no? Se si richiamasse all’istante il giuramento di Ippocrate, non vi sarebbe neppure il bisogno di formulare tale interrogativo: l’etica dice di prendersi cura di tutti i pazienti, indistintamente. Però, da qualche tempo, dall’altra parte dell’oceano Atlantico qualcosa è cambiato e i professionisti del settore sanitario stanno perdendo la pazienza. Non un minuto per prendere fiato, non un attimo di tregua. In America, i nuovi casi di Coronavirus si sono moltiplicati sei volte nell’arco degli ultimi trenta giorni, arrivando a una media di 80mila contagi, livelli che non si palesavano da febbraio, con le terapie intensive sempre più ricche di trentenni, quarantenni e cinquantenni malati Covid in gravi condizioni.



“Sto ricoverando giovani sani con infezioni da coronavirus molto gravi – ha scritto su Facebook Britney Cobia, del Grandview Medical Center di Birmingham, in Alabama -. Prima di essere intubati mi pregano di vaccinarli. Io tengo loro la mano e rispondo che è troppo tardi”. Intervistata dal quotidiano “Avvenire”, la dottoressa ha asserito: “Ogni volta entro nella stanza di un nuovo paziente pensando ‘Okay, se l’è cercata’. Poi lo incontro faccia a faccia e vedo una persona che soffre, perché pensava di aver preso una buona decisione, ma si è sbagliata e lo rimpiange. Siamo tutti emotivamente svuotati e molto, molto stanchi”.



MEDICI USA: “NO VAX? NON ABBIAMO OBBLIGO DI CURARLI, C’È UN GRANDE CONFLITTO INTERNO”

È ancora la testata “Avvenire” a raccogliere i pareri dei rappresentanti dell’universo medico-scientifico, fra cui quello di Jacob Appel, medico di pronto soccorso e direttore del centro di educazione etica del Mount Sinai di New York: “Le persone che rifiutano le misure di salute pubblica, compresi i vaccini, in nome della libertà personale, stanno affrontando un rischio di malattia mortale. Intenzionalmente, minacciano la salute dei vaccinati, perché prendono spazio ospedaliero e risorse sanitarie che potrebbero essere spese diversamente. Un ospedale non ha nessun obbligo morale di curare un non vaccinato, anche grave, prima di altri pazienti”.



Un dibattito che spopola in tutti gli States, con Scott Aberegg del reparto di terapia intensiva del nosocomio dell’Università dello Utah che ha asserito che i non vaccinati stanno morendo in massa e nei nosocomi a stelle e strisce c’è un grande conflitto interno, un senso di ‘Hai giocato alla roulette russa, ora la paghi'”. Situazione confermata da David Wilhelm, del Grandview Medical Center dell’Alabama: “Dopo aver firmato un certificato di morte, prendo una decina di minuti per parlare con i familiari e dire loro che il modo migliore per onorare la persona amata è farsi vaccinare”.