Nuove contromisure per i medici no-vax in arrivo nel nuovo Codice di deontologia medica. Le ha annunciate Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, all’Ansa: “saranno sicuramente introdotti degli articoli relativi ai vaccini e alle vaccinazioni – ha affermato – i vaccini rappresentano un fondamentale strumento di prevenzione ed i medici non potranno disconoscerne il valore scientifico. Conseguentemente, il medico non può sconsigliarne l’utilizzo“.
In base al nuovo Codice deontologico, i medici che saranno chiamati a “partecipare a campagne vaccinali non potranno non effettuare la somministrazione degli immunizzanti”. Una mossa, l’introduzione di queste nuove precisazioni, che potrebbe essere diretta conseguenza del reintegro anticipato dei medici no-vax, voluta dal governo di Giorgia Meloni che ha anticipato la scadenza dell’obbligo vaccinale per i professionisti del settore sanitario. In base alle stime della stessa Federazione degli Ordini dei medici, sono 1.878 i professionisti che hanno ripreso a esercitare il servizio grazie al provvedimento del governo. Filippo Anelli all’Ansa ha inoltre negato la possibilità di introdurre nel Codice deontologico l’obbligo vaccinale per i medici. Un’introduzione che potrebbe avvenire soltanto tramite legge.
Medici no vax non potranno rifiutare di somministrare il vaccino: la polemica sulla nuova deontologia
L’obbligo di vaccinazione, come ha spiegato Filippo Anelli all’Ansa, andrebbe contro l’articolo 32 della Costituzione “secondo il quale nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario senza una disposizione di legge”. L’introduzione del nel nuovo Codice di deontologia medica potrebbe però remare pesantemente contro i medici no-vax, perché violare il Codice è un illecito disciplinare punito dall’ordine professionale. Emilia, Lazio, Puglia e Campania hanno manifestato forte contrarietà al rientro dei medici non vaccinati e il presidente del Veneto Luca Zaia ha espresso l’intenzione di lasciare i professionisti sanitari fuori dai reparti critici.
Come sottolinea il quotidiano La Verità, nonostante la sospensione dei medici che hanno rifiutato di ricevere il vaccino si sono registrati 100.000 casi di positività al Covid di origine professionale soltanto nel primi 10 mesi del 2022, un dato fornito dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. E si punta il dito sulle misure prese nei confronti dei professionisti che non hanno voluto sottoporsi alla vaccinazione, sottolineando che la loro assenza dalle corsie non ha fermato il dilagare del Covid né negli ospedali né nelle strutture sanitarie.