Cambia per le università l’accesso a Medicina e chirurgia, così come a Odontoiatria e protesi dentaria e a Medicina Veterinaria. L’iscrizione sarà libera, niente test d’ingresso, addio numero chiuso. Queste le principali novità della riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina, contenute nel testo di legge all’esame del Senato. La riforma, che dovrebbe entrare in vigore nel 2025, consentirà agli studenti di iscriversi al primo semestre senza dover affrontare il test di ammissione. L’accesso al secondo semestre è legato al superamento di alcuni esami, le cui discipline non sono state ancora scelte. Comunque, dovrebbero riguardare diverse aree, come quelle biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. Al momento le materie specifiche non sono state scelte, sarà infatti il governo a operare tale definizione.
Inoltre, nel testo al Senato si parla di un altro requisito per l’accesso al secondo semestre di Medicina: si fa riferimento a una «collocazione in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale» ma, come evidenziato dal Corriere della Sera, non è stato definito il meccanismo che andrà a formare questa graduatoria. C’è anche l’ipotesi di un test nazionale, secondo il Sole 24 Ore.
UNIVERSITA’ MEDICINA, NUMERO ANCORA CHIUSO QUEST’ANNO: RIFORMA IN VIGORE DAL 2025
Previsto anche il meccanismo di “uscita” per coloro che non riusciranno ad ottenere l’accesso al secondo semestre: sarà possibile cambiare facoltà e vedersi confermati i crediti eventualmente ottenuti nel primo semestre, visto che verranno riconosciuti. Questo vuol dire che l’iscrizione sarà “doppia”, bisognerà scegliere un corso di studi alternativo.
Il testo arrivato il Senato indica che il governo deve anche implementare i programmi e armonizzare i piani di studio. La riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina non incide sui test di ammissione di quest’anno, infatti ci saranno come definito in calendario, perché l’iter porterà la riforma in vigore al 2025. A tal proposito, oltre 71mila studenti si sono iscritti alle prove, previste il 28 maggio e 30 luglio, di cui oltre 60mila per Medicina e poco meno di 8mila per Veterinaria.
FNOMCEO E ANAAO CONTRO LA RIFORMA SULL’ACCESSO A MEDICINA
La riforma che prevede di togliere il numero chiuso all’Università di Medicina è già osteggiata da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), che non riscontra alcun vantaggio tra gli effetti. Oltre a non riconoscere buon senso nella riforma dell’accesso a Medicina, è convinto che l’eliminazione del numero chiuso avrà come effetto principale quello di creare un surplus di laureati che non riusciranno a trovare un lavoro come medici, con la conseguenza di restare disoccupati. Di parere diverso è la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, secondo cui si sta lavorando a una riforma strutturata per superare il numero chiuso, senza rinunciare “all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze“.
Forti dubbi sulla riforma di togliere il numero chiuso a Medicina sono invece nutriti pure dal sindacato dei medici ospedalieri (Anaao) con il segretario nazionale Pierino Di Silverio contrario all’abolizione del numero chiuso, nella convinzione che si tratti di “una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo“. Per Anaao, la riforma dell’accesso a Medicina dimostra come “la cecità politica” si stia aggravando, dando “il colpo di grazia alla formazione medica“.