Maltrattamenti e furti a defunti all’ospedale di Taranto. Quel che emerge dalle indagini è un vero e proprio inferno. I procedimenti sono più di uno e fanno seguito alle denunce dei parenti. Ma l’obiettivo è anche quello di verificare la corretta osservanza delle misure precauzionali sanitarie da parte dei dirigenti. Il sospetto, infatti, è che le attrezzature e il numero del personale tra ottobre e novembre non fossero adeguati per affrontare la seconda ondata Covid, lasciando spazio all’improvvisazione, con operatori socio sanitari usati ad esempio come infermieri. Ne parla oggi La Repubblica, spiegando che sono almeno sette gli episodi che riguardano pazienti dell’ospedale Moscati di Taranto morti dopo giorni senza assistenza e condizioni di ricovero adeguati, oltre che di telefoni e oggetti di valore (come fedi e collane) non restituiti ai parenti. L’Asl dal canto suo smentisce che ci siano stati furti, ma evidenzia una scarsa comunicazione tra il presidio e gli stessi operatori. Ci sono poi parenti che parlano di video girati all’interno dell’ospedale che sono stati cancellati dai cellulari dei propri cari.



“TRA DIECI MINUTI MORIRÀ, PREPARATEVI”

Non sono neppure gli episodi più agghiaccianti che sono emersi. Un racconto scioccante è, ad esempio, quello della figlia di un paziente positivo al Covid che era stato ricoverato all’ospedale Moscati di Taranto nella notte tra l’1 e il 2 novembre. Fino al giorno successivo è rimasto in contatto con la famiglia tramite il cellulare. «Venitemi a prendere, qui muoio», comunicò ai parenti. La figlia, avvocato, parlò subito con un medico: «Suo padre non collabora, non vuole mettersi la maschera Cpap, fra dieci minuti morirà, preparatevi!», le avrebbe detto, secondo quanto ha raccontato a La Repubblica. Ma la donna, Angela Cortese, racconta pure di urla, una specie di aggressione al telefono. «Ci sentiamo piombare addosso d’improvviso queste parole terribili, quel medico sembrava una bestia inferocita, contro di noi e mio padre». E quando chiese della saturazione del padre gli sarebbe stato urlato: «Non c’è saturazione, vedrete che fra poco muore». Di fronte a quelle parole, la figlia si chiese se il padre stesse ascoltando tutto. «Sì è qui, è qui, mi sta ascoltando, fra poco morirà».



INFERNO ALL’OSPEDALE MOSCATI DI TARANTO: INDAGINI

Le indagini dovranno chiarire se il paziente abbia ricevuto solo ossigeno, perché la figlia sostiene che non gli sia stata somministrata alcuna terapia. Ma la procura ha avviato indagini anche per altri casi di morti all’ospedale Moscati di Taranto. C’è chi parla di bagni sporchi e inaccessibili, di camere mortuarie con cadaveri sistemati alla peggio e di operatori delle onoranze funebri che li prelevavano senza protezioni. Ci sono poi diverse denunce di sparizioni di oggetti personali, come anelli e collane. Sull’intera vicenda si sta muovendo anche il Tribunale del malato che, come riportato da La Repubblica, ha chiesto formalmente alla Regione Puglia (già nel mirino per la gestione della seconda ondata) di intervenire, in particolare all’assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco e al governatore Michele Emiliano. «La situazione è allarmante non solo perché ci sono casi di morti, ma perché c’è stata una sottovalutazione delle autorità competenti», ha dichiarato la coordinatrice Adalgisa Stanzione ai microfoni del quotidiano. Inoltre, ha ricordato il diritto alla salute, che si rispetta anche con la qualità della prestazione. E in questa rientra anche l’umanità con cui si devono trattare pazienti e relativi parenti.

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