Il Medio Oriente sembra essere sempre più vicino ad un’escalation incontrollabile della guerra tra Israele e Hamas che si combatte sulla Striscia di Gaza. Da diverse settimane, infatti, si sono susseguiti tutta una serie di attacchi verso e contro altri paesi della regione, tra i quali l’ultimo in Iran, uno dei fronti attualmente più temuti (assieme a quello del Libano). Di fatto, tuttavia, gli USA hanno promesso di vegliare sulla possibile escalation in Medio Oriente, invitando chiunque desideri entrare in guerra a “pensarci due volte”, pena una rappresaglia da parte della Casa Bianca. Circostanza, questa, che non è sinonimo di assicurazione contro gli attacchi arabi, quanto piuttosto sintomo di un possibile allargamento ancora più ampio del conflitto.



Medio Oriente: i sette fronti caldi che fanno presagire l’escalation

Allo stato attuale, fortunatamente, il rischio escalation in Medio Oriente sempre essere ancora del tutto teorico, nonostante si siano già aperti diversi fronti nel conflitto, oltre a quello su Gaza. Da subito si è, poi, aperto un secondo fronte sul confine Nord di Israele, tra lo stato ebraico e le forze armate libanesi di Hezbollah, le quali hanno recentemente sottolineato di non essere intenzionate ad intervenire direttamente nel conflitto, pur promettendo vendetta per l’uccisione, in Libano, di al Arouri, numero due di Hamas.



Al contempo, il rischio escalation in Medio Oriente è passato anche per il Mar Rosso, dove i ribelli yemeniti Houthi presidiano le acque impedendo alle navi commerciali di attraccare in Israele, al quale hanno dichiarato apertamente guerra. Qui sono immediatamente intervenuti gli USA, che hanno affondato alcune navi dei ribelli. Nel mentre, si teme che l’attentato in Iran di ieri potrebbe portare ad un’escalation del conflitto a tutto il Medio Oriente, così come anche Siria e Libano sono sempre di più sul piede di guerra dopo i recenti raid che hanno interessato i loro territori. Non va dimenticato, poi, che la guerra attualmente sta coinvolgendo anche la Cisgiordania, mentre l’Iraq tiene d’occhio la situazione da vicino, con l’esercito pronto ad un intervento.

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