È arrivata la sentenza della Corte di giustizia dell’Ue: respinto il ricorso contro la decisione della Banca centrale europea, su proposta della Banca d’Italia, contro la partecipazione qualificante in Banca Mediolanum ed eccedente cioè il 9,99 per cento da parte di Fininvest, per la mancanza del requisito di onorabilità di Silvio Berlusconi.
Motivando la sua decisione, la Bce ha spiegato che il leader di Forza Italia “non soddisfaceva il requisito di onorabilità applicabile ai detentori di partecipazioni qualificate a causa della sua condanna nel 2013 per frode fiscale”. Come ricostruito dal Corriere, nel 2015 in Banca Mediolanum è stata incorporata la controllante Mediolanum con l’avvio di una nuova valutazione da parte di Banca d’Italia e Banca centrale europea sulla quota in capo a Fininvest e la Bce ha rifiutato di dare il via libera a quella che si veniva così a configurare come l’acquisizione di una partecipazione qualificata. Non è tardata ad arrivare la reazione di Fininvest, che in una nota ha annunciato di voler impugnare la sentenza del Tribunale dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione Europea.
Mediolanum, Corte Ue conferma stop Bce a Berlusconi
In una nota diffusa subito dopo la sentenza su Banca Mediolanum, Fininvest ha spiegato di non condividere le motivazioni del Tribunale europeo “ritenendole gravemente erronee in fatto e in diritto, e per questo motivo ha già dato mandato ai propri legali di impugnare la sentenza del Tribunale dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea”. La Holding, titolare del 30% di Banca Mediolanum, ha tenuto a precisare che “fino alla pronuncia definitiva della Corte di giustizia dell’Unione europea, resta sospeso, come da ordinanza del TAR del Lazio del 17 aprile 2018, il provvedimento con cui la Banca d’Italia, a seguito del provvedimento di diniego della BCE, aveva ordinato l’alienazione della partecipazione eccedente il 9,99% di Banca Mediolanum”.