PIANTEDOSI DENUNCIATO AL TPI

Dopo Matteo Salvini, è Matteo Piantedosi a finire nel mirino di una ong per la gestione dei migranti. Se la vicenda che vede il vicepremier rischiare una condanna a 6 anni di carcere riguarda Open Arms e fatti avvenuti nel 2019, l’attuale ministro dell’Interno invece è stato denunciato da Mediterranea Saving Humans. Lo ha annunciato la stessa ong, spiegando in un comunicato di aver dato mandato all’ufficio legale di trasmettere al Tribunale Penale Internazionale una copia della dichiarazione pubblica del titolare del Viminale riguardo i respingimenti collettivi in Libia che sono stati effettuati dalle milizie del Paese nordafricano.



La denuncia riguarda il tweet che Piantedosi ha pubblicato il 19 settembre scorso, in cui parla di 16.220 migranti individuati in mare, soccorsi e riportati in Libia da gennaio finora. Questi numeri a detta del ministro conferma quanto sia efficace la collaborazione tra il governo con i Paesi nordafricani nella battaglia contro il traffico di esseri umani.



L’ACCUSA DI MEDITERRANEA: “VIOLATE DUE CONVENZIONI”

Ma Mediterranea fa notare che la Libia è considerata un «porto non sicuro» dall’Onu e dai più autorevoli organismi internazionali, da qui l’accusa di aver violato due convenzioni, quella di Ginevra sui profughi e rifugiati e quella di Amburgo per quanto riguarda il soccorso in mare.

Nella nota si precisa di aver indicato al Tribunale Penale Internazionale le parole del ministo dell’Interno, ritenute la «rivendicazione» di un «gravissimo reato». Per quanto riguarda i migranti citati dal titolare del Viminale, Mediterranea spiega che né il ministro né nessun altro è a conoscenza di cosa sia successo a quei migranti che sono finiti di nuovo nelle mani delle persone da cui provavano a scappare.



L’auspicio della ong è che con tale denuncia possa essere aperta un’inchiesta indipendente dal Tribunale Penale Internazionale. Stando a quanto riportato dall’Unità, l’ong ha allegato alla sua denuncia i documenti che dimostrano perché la Libia non può essere ritenuta un porto sicuro.