Dopo la smentita della Mediterranea ora arriva invece la controreplica ufficiale della Procura di Agrigento: Erasmo Palazzotto, capomissione della nave Alex, è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta di «atto dovuto» hanno spiegato i procuratori che già avevano indagato per il medesimo reato (in aggiunta alla resistenza o violenza contro nave da guerra e rifiuto di obbedienza a nave da guerra) il capitano del veliero Tommaso Stella. «Ancora non mi è stato notificato nulla, ho appreso di essere indagato dai giornalisti. Ce l’aspettavamo, è già successo con la Mare Jonio che abbiamo indagato comandante e capo missione. Io non ho paura, è un atto dovuto. Del resto siamo stati noi i primi a rivolgerci alla magistratura per chiedere l’apertura di un’inchiesta», ha spiegato il capo missione di Mediterranea Erasmo Palazzotto ai microfoni di Rai News24. Nel frattempo l’operazione di Mediterranea di salvataggio migranti non si ferma, come annunciato dalla portavoce in piena sfida al Ministro Salvini: «Ancora non mi è stato notificato nulla, ho appreso di essere indagato dai giornalisti. Ce l’aspettavamo, è già successo con la Mare Jonio che abbiamo indagato comandante e capo missione. Io non ho paura, è un atto dovuto. Del resto siamo stati noi i primi a rivolgerci alla magistratura per chiedere l’apertura di un’inchiesta». (agg. di Niccolò Magnani)
MEDITERRANEA “PALAZZOTTO NON È INDAGATO”
«Siamo a completa disposizione della magistratura e di chi vuole veramente analizzare questa assurda situazione», lo ha detto poco fa in un punto stampa a Lampedusa la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba. Dopo il capitano ora ad essere indagato sarebbe anche Erasmo Palazzotto, il capo missione della nave Alex ora sotto sequestro della Guardia di Finanza. Su Twitter però Mediterranea Saving Humans smentisce immediatamente: «Fonti giudiziarie e di polizia smentiscono in maniera netta che, allo stato degli atti, oltre al Capitano #TommasoStella, risulti indagato anche il Capomissione a bordo dell’imbarcazione #ALEX di #Mediterranea». Dopo le accuse del Viminale nelle scorse ore, la piattaforma italiana replica con durezza al Ministro Salvini «C’è stata una chiara volontà politica di non darci nessuna altra possibilità. La decisione di dirottarci a Malta era pura propaganda politica che voleva trattare le persone come sacchi di patate. Salvini voleva solo il nostro scalpo». Di contro, il Ministro dell’Interno fa sapere via social che «una delle tante bugie delle ong di sinistra: il gommone soccorso non aveva nessun problema»; non solo, ribadendo poi anche il “mistero” del rifiuto di cibo e acqua a bordo fatto dallo stesso equipaggio della Alex, la Sciurba ha provato a spiegare cosa sia effettivamente successo a bordo della barca a vela «non abbiamo rifiutato cibo e acqua dalla Guardia costiera: abbiamo preso le prime scorte e abbiamo chiesto di riempire i serbatoi d’acqua, ma la Guardia costiera ci ha mandato altre 200 bottiglie d’acqua che non avrebbero fatto funzionare i servizi igienici, che erano solo due per 60 persone; le bottiglie sarebbero state un ingombro a bordo, la nave era già instabile. Più volte abbiamo chiesto acqua dolce per far funzionare i servizi igienici. Ci hanno mandato bottigliette inutili allo scopo e che non sapevamo dove stivare». (agg. di Niccolò Magnani)
INDAGATO IL CAPITANO E SEQUESTRATA LA NAVE
Viene confermata l’indiscrezione di Rai News secondo cui il capitano della Alex, Tommaso Stella, è stato indagato ufficialmente dalla Procura per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina secondo le ultime direttive del Decreto Sicurezza Bis (esattamente quanto avvenuto con la capitana della Sea Watch, Carola Rackete. Non solo, la stessa nave della Mediterranea Saving Humans è stata sequestrata preventivamente dalla Guardia di Finanza dopo il blocco forzato nella notte che ha permesso lo sbarco dei 46 migranti a Lampedusa. «Non dimenticherò mai lo sguardo straordinario, densissimo di tutti gli uomini di mare che ho incrociato a bordo delle motovedette delle forze dell’ordine», racconta il capitano della Alex in una doppia intervista a Repubblica e Corriere della Sera, sottolineando come un agente «mi ha ringraziato, di nascosto. Credo che se avessero potuto sarebbero rimasti a bordo con me, a fare esattamente quello che stavo facendo io» conclude Stella. All’interno della battaglia politica – che in queste ore prosegue con il caso ancora più complesso della Alan Kurdi di Sea Eye – importante la note prodotta stamane dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria: «Quanto accaduto in merito alla vicenda della nave Alex e l’avvenuto attracco costituiscono i presupposti per l’intervento della magistratura. Il Ministro ha seguito le operazioni di contrasto all’immigrazione clandestina messe in atto dalla Guardia di Finanza che, in aderenza alle disposizioni di legge e alle direttive ministeriali impartite al riguardo, ha dato attuazione a tutte le prescrizioni necessarie, tra manovre dissuasive e numerose intimazioni di alt, per far rispettare il divieto di ingresso nelle acque territoriali e di attracco al porto della motonave Alex», conclude la nota del Mef spiegando come la sicurezza della navigazione è stata compromessa dall’elevato numero di persone stipate a bordo e in coperta. (agg. di Niccolò Magnani)
BLOCCO FORZATO, MIGRANTI SBARCATI
E’ giunta nel molo di Lampedusa in tarda serata, l’imbarcazione Alex dell’organizzazione non governativa, Mediterranea. Come riferito dai principali quotidiani online, alla fine il veliero ha forzato il blocco del governo, facendo sbarcare i 46 migranti a bordo. La decisione è stata presa dopo che la situazione a bordo dello stesso natante, come riferita dall’ong, era divenuta insostenibile per questioni igienico sanitarie: i rifornimenti di acqua erano finiti, i bagni inservibili riferisce Repubblica, e la situazione era al collasso. Per sopravvivere, quindi, l’Alex ha deciso di forzare il blocco entrando nel porto siciliano. I profughi che sono sbarcati sono stati visitati e schedati, e trasferiti presso l’hot spot presente sulla stessa Isola: il loro destino non è ancora certo ma è molto probabile che gli stessi vengano distribuiti in altre nazioni dell’Unione Europea come da programma. Duro il commento del ministro Salvini: «Rifiutano acqua per poter dichiarare lo stato di necessità a bordo e forzare il blocco: così sperano nell’impunità. Chiedono soldi per pagare le multe previste dal decreto sicurezza bis: così aumentano le donazioni e il business. Sono tornate davanti alla Libia: così incentivano le partenze e il rischio di naufragi e fanno felici gli scafisti. Queste sono le Ong. Non ci faremo intimidire, non ci piegheremo ai ricatti, difenderemo l’Italia». L’imbarcazione è stata immediatamente sequestrata subito dopo il suo arrivo, mentre il suo capitano è finito sotto inchiesta, come riferisce RaiNews.it. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MEDITERRANEA, ALEX IN ATTESA
Ha attraccato nella banchina del porto di Lampedusa la barca a vela Alex della ong Mediterranea. Qualcuno ha applaudito dal molo, altri hanno urlato “bravi”. Presenti le forze dell’ordine, mentre i migranti, tutti con il salvagente addosso, attendono sul ponte del veliero. Il ministro dell’Interno si oppone allo sbarco e tiene la linea: «Le Forze dell’ordine sono pronte ad intervenire». Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans, commenta duramente la situazione a bordo. «Siamo in una situazione surreale. Ci sono persone che rischiano di svenire e che devono andare in bagno, i nostri servizi igienici sono inservibili e nessuno ci dice cosa fare. Questo è un sequestro di persona, non è più uno Stato di diritto. Devono farci sbarcare». E quindi è ancora scontro fra le Ong ed il vicepremier Salvini sui salvataggi di migranti in mare e la volontà di portarli a Lampedusa. (agg di Silvana Palazzo)
ALEX FORZA BLOCCO, SALVINI “PRONTI A INTERVENIRE”
«Di fronte a intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo, nave Alex ha dichiarato lo ‘stato di necessità’ e sta dirigendo verso il porto di Lampedusa, unico possibile porto sicuro di sbarco», così Mediterranea su Twitter. Il veliero con 46 migranti forza il blocco a Lampedusa, dunque, nonostante l’invito di Matteo Salvini a recarsi a Malta. Scenario non preso in considerazione da Mediterranea: «In queste condizioni andare a Malta metterebbe a rischio la sicurezza e l’incolumità delle persone. Lampedusa è ora il solo porto sicuro possibile». E pochi minuti fa è giunta un’altra presa di posizione del capo del Viminale: «La nave dei centri sociali, che a quest’ora sarebbe già arrivata a Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro, infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Le Forze dell’Ordine sono pronte ad intervenire, vediamo se anche in questo caso la “giustizia” tollererà l’illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono “salvatori”, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MEDITERRANEA, NAVE ALEX VERSO LAMPEDUSA
Sembrava sbloccata la situazione riguarda l’imbarcazione Alex dell’ong Mediterranea, ma così non è. Nella notte trascorsa, infatti, il veliero dell’organizzazione non governativa italiana è rimasto fermo al largo di Lampedusa, dopo che son saltati gli accordi fra Malta e il governo italiano, o meglio, la stessa Mediterranea ha detto no alle condizioni esternate. Come scrive Repubblica, “c’era la richiesta del ministro degli Interni italiano al governo maltese di sequestrare l’imbarcazione a vela e processare l’intero equipaggio”. In poche parole, una volta che l’Alex avrebbe attraccato a La Valletta, la nave sarebbe stata sequestrata e il comandante e i dieci uomini dell’equipaggio, processati. A questo punto, ricorda sempre Repubblica, l’unica possibilità per l’imbarcazione è quella di forzare il blocco di Lampedusa, ed è già stata fatta richiesta ufficiale di poter attraccare, una sorta di preavviso a quello che potrebbe accadere a breve.
MEDITERRANEA, SALTA ACCORDO CON MALTA E ITALIA
«Si informa la signoria vostra – la nota diramata dall’Alex, destinazione Roma – che in assenza dei requisiti minimi da noi richiesti, vista la notifica da voi comunicata cicca la modalità dello sbarco e in considerazione dello stress psicofisico a cui sono sottoposti i nostri ospiti a bordo, riteniamo impraticabile l’ipotesi di andare a Malta. Vi chiediamo pertanto il Pos dell’isola di Lampedusa, per garantire alle persone soccorse assistenza sanitaria e accoglienza. In conformità con il diritto internazionale». Ricordiamo che nelle stesse acque si trova anche l’Alan Kurdi, dell’ong Sea Eye, con a bordo 65 migranti, e non è da escludere che le due imbarcazioni possano farsi forza l’un l’altra e entrare insieme nel molo siciliano, violando il blocco, spinte anche dal recente esempio della capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, che dopo aver attraccato presso il porto di Lampedusa, è stata posta agli arresti domiciliari per essere poi rilasciata pochi giorni dopo.