E’ iniziato il trasbordo dei 54 migranti presenti sul veliero Alex dell’organizzazione non governativa, Mediterranea. Come vi abbiamo specificato nel focus qui sotto, è stato raggiunto un accordo fra il governo italiano e Malta, con le navi della marina militari del belpaese che trasferiranno a La Valletta i profughi soccorsi dall’Alex, visto che quest’ultima non è in grado di affrontare un viaggio così lungo (11 ore in mare). Come riferito poco fa dai colleghi di TgCom24.it, è cominciato poco fa il trasbordo dal veliero ad una motovedetta della Guardia Costiera, e per ora sono stati trasferiti 13 migranti. Sarebbero i cosiddetti vulnerabili, persone più a rischio rispetto alle altre, come ad esempio bambini, donne e le loro famiglie, nonché eventuali malati. La scelta è stata decisa dopo un’ispezione a bordo da parte di alcuni medici che hanno effettuato una prima visita sui profughi salvati nel mar Mediterraneo. Dopo il trasferimento sulla motovedetta CP300 della guardia costiera, l’ong ha commentato: «Una buona notizia. Finalmente». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MEDITERRANEA: ACCORDO TOTALE CON ITALIA E MALTA

E’ stato raggiunto l’accordo fra il governo italiano e la nave Alex dell’Ong Mediterranea. Meno di un’ora fa si è siglata l’intesa totale, con i 54 migranti a bordo dell’imbarcazione italiana che verranno trasferiti su alcune navi della marina italiana, per essere poi trasbordate a La Valletta, la capitale di Malta. Come scrive l’edizione online di TgCom24.it: «La Valletta è disponibile ad accogliere gli immigrati a bordo della Alex, e Roma ne riceverà altrettanti da Malta per lasciare invariata la pressione dell’accoglienza sull’isola». Fonti del Viminale si dicono invece sorprese in merito al fatto che Alex non possa affrontare il viaggio verso Malta, «visto che è partita da Licata per arrivare fino in acque Sar libiche». Così infine la Difesa, che conferma l’accordo di cui sopra: «La Marina militare è a disposizione per il trasbordo dei migranti a Malta. Come sempre detto la Difesa è uno strumento al servizio del Paese e delle altre istituzioni. Il governo è al lavoro per individuare una soluzione quanto prima e da parte nostra c’è il massimo sostegno». Intanto la Sea Eye, altra nota imbarcazione Ong, ha soccorso 65 persone nel Mediterraneo, ed ora attende una risposta da Roma, Malta e Tripoli. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MEDITERRANEA IN ATTESA DI UNA SOLUZIONE

Continua ad essere caotica la situazione riguardante la nave Alex dell’ong Mediterranea, ferma da ore al largo di Lampedusa con 54 migranti a bordo, in attesa di un porto sicuro dove attraccare. Malta ha offerto un proprio molo ma la stessa imbarcazione si dice impossibilitata a compiere un viaggio in mare di undici ore vista la situazione di emergenza a bordo. La portavoce di Mediterranea ha fatto sapere che: «Il nostro capo missione – le dichiarazioni rilasciate a “L’aria che tira” – ha appena parlato con il Centro di coordinamento dei soccorsi di Roma il cui responsabile ha affermato che non c’è alcuna intenzione di organizzare il trasferimento con mezzi militari maltesi o italiani». Sul caso è intervenuto anche il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, che ha ammesso: «È giusto che queste persone vadano a Malta. È un grande show di speculazione politica: c’è chi se ne avvantaggia dicendo no alle entrate e c’è chi se ne avvantaggia dicendo vogliamo entrare». Infine il commento di un volontario a bordo della Alex, che parlando ai microfoni di Rai News 24 ha confermato la grave situazione che si sta vivendo sull’imbarcazione: «Acqua e cibo sono finiti, l’emergenza è totale». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MEDITERRANEA, CAOS MIGRANTI

Il pasticcio è servito: come vi abbiamo aggiornato poco fa, c’è stato un accordo tra Malta e Italia sul salvataggio dei 54 migranti a bordo della Mediterranea, ma viene purtroppo confermata la piena smentita da parte di Roma della base dello scambio (i 54 della Alex a La Valletta, altri 55 migranti già a Malta verso l’Italia). Dopo le parole della Sciurba a bordo della nave Alex, il capo missione della Mediterranea – il parlamentare di LeU Erasmo Palazzotto – ha parlato con il Centro di Coordinamento dei soccorsi di Roma «il cui responsabile ha affermato che non c’è alcuna intenzione di organizzare il trasferimento con mezzi militari maltesi o italiani». A cercare di chiarire il grande pasticcio avvenuto in questi ultimi minuti, ci prova Repubblica, che ha addirittura un inviato a bordo della nave della piattaforma italiana: «dopo che la Alex aveva già faticosamente macinato una settantina di miglia verso Lampedusa, il satellitare di bordo ha ricevuto una chiamata a dir poco confusa dal Mrcc (Maritime rescue coordination center) di Malta. L’ufficiale in linea offriva al ponte di Mediterranea di raggiungere La Valletta. Ma non specificava né se a La Valletta i migranti avrebbero potuto sbarcare (non diceva, in sostanza, se era il porto sicuro assegnato all’Alex) né se il suddetto coordination center assumeva la responsabilità di coordinare l’operazione». Le condizioni del meteo, fanno sapere dalla Mediterranea, non consentivano a quel momento il viaggio verso Malta e quindi è stato deciso di andare verso Lampedusa. Poi però sono intervenuti diversi contatti tra Malta e Italia ed è nato il possibile accordo: poco dopo però arriva la smentita dalla nave, in attesa che da Roma il Viminale si pronunci una volta per tutte sulla natura dell’accordo e su queste ultime convulse ore a bordo della barca a vela della Mediterranea Saving Humans.

L’ACCORDO TRA ITALIA E MALTA

A metà mattinata arriva la notizia che di fatto cambia e di molto le carte in tavola riguardo l’emergenza dei 54 migranti sulla nave “Alex” al largo di Lampedusa: il Governo di Malta, che già si era detto disponibile di accogliere la nave Alex trovandosi però il “niet” della Mediterranea diretta invece verso la Sicilia, ha annunciato ufficialmente che prenderà i 54 migranti a bordo. Verranno recuperati attraverso una propria nave militare inviata da La Valletta: l’accordo però prevede per l’Italia di farsi carico di altri 55 migranti oggi presenti nella capitale di Malta. «Questo accordo non pregiudica la situazione in cui questa operazione ha avuto luogo e in cui Malta non ha alcuna responsabilità legale, ma fa parte di un’iniziativa che promuove uno spirito europeo di cooperazione e buona volontà tra Malta e l’Italia», spiega il Governo maltese in un comunicato in cui viene aggiunto «A seguito di contatti tra i governi maltese e italiano, è stato deciso che Malta trasferirà 54 migranti, che sono stati salvati in mare al largo della Tunisia e che sono a bordo della nave Alex, a bordo di una nave delle forze armate di Malta». Resta da capire cosa dirà e come reagirà il Ministro dell’Interno che solo qualche ora fa twittava «In questo momento sono fermi nel Mediterraneo, affiancati dalla nave di una ONG spagnola, poiché stanotte abbiamo consegnato il divieto di ingresso nelle acque italiane. Se non dirigeranno verso Malta, sarà l’ennesimo atto di disobbedienza, violenza e pirateria: io non mollo!». In questi ultimi minuti però arrivano notizie contrastanti con quanto affermato da Malta, direttamente dalla portavoce di Mediterranea a bordo della “Alex”, Alessandra Sciurba «Purtroppo non c’è nessuna nave delle forze armate in arrivo da Malta per trasbordare e prendersi in carico le 54 persone che sono a bordo del nostro veliero». Il mistero si infittisce sempre più..

MEDITERRANEA “NON CI FANNO ATTRACCARE, È ILLEGITTIMO”

Dopo la Sea Watch 3, un’altra nave di una Ong chiede di poter attraccare nei porti italiani: si tratta precisamente della Alex, di proprietà dell’organizzazione non governativa Mediterranea. A bordo ha 54 migranti soccorsi nel mar Mediterraneo, e attorno alle ore 4:00 di questa mattina, come sottolineato dai colleghi dell’agenzia Ansa, si è portata a circa 12 miglia nautiche di distanza dall’isola di Lampedusa, la stessa che negli scorsi giorni è stata appunto teatro della vicenda con protagonista la capitana Carola Rackete. Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, ha negato la richiesta di ingresso al molo: «un decreto dei Ministri di Interno, Difesa e Trasporti ci vieta l’ingresso – fa sapere Mediterranea attraverso Twitter – il decreto è illegittimo perché non può applicarsi a una nave che ha effettuato una operazione di soccorso a tutela della vita umana in mare. E perché non può essere vietato a una bandiera italiana ingresso nelle acque del proprio Paese». Il titolare del Viminale ha invitato l’Alex a far rotta su Malta, ma la stessa ha replicato: «Per le condizioni psicofisiche delle persone a bordo e le caratteristiche della nave, non è in grado di affrontare la traversata verso Malta. Ma siamo disponibili a trasferire i naufraghi su motovedette maltesi o della Guardia Costiera italiana». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MEDITERRANEA CON 54 MIGRANTI A BORDO

«Divieto di ingresso nelle acque italiane»: questa la risposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini alla richiesta di attracco a Lampedusa inoltrata da Mediterranea. Ospite a Fuori dal coro, il capo del Viminale ha ribadito: «C’è una barca in acque maltesi, secondo voi che porto hanno chiesto? Anche se fossero in Groenlandia chiederebbero Lampedusa. A questi non interessa il porto vicino più sicuro, questi fanno politica». E mette nel mirino l’Unione Europea: «Fino a poco tempo fa il governo francese portava e abbandonava gli immigrati nei boschi dopo il confine, perciò nessuno dia lezioni. Un naufrago non paga 3 mila dollari, e gli scafisti con quei 3 mila dollari comprano armi e droga, e io non posso essere complice di chi alimenta il traffico di droga e armi. L’Unione europea fino ad ora se ne è strafregata, purtroppo bisogna alzar la voce». Si va verso un nuovo muro contro muro, attesa la replica di Mediterranea… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MIGRANTI MEDITERRANEA, CHIESTO ATTRACCO A LAMPEDUSA

Mediterranea chiede attracco a Lampedusa: dopo aver salvato 54 migranti sul gommone in Libia, la nave Alex «sta facendo rotta verso Nord, fuori dalla zona SAR libica. Abbiamo chiesto a ITMRCC Roma l’assegnazione urgente di Lampedusa come porto sicuro più vicino di sbarco per le 54 persone salvate a bordo», rende noto l’Ong su Twitter. Nuovo caso Sea Watch 3 all’orizzonte, con Matteo Salvini che nelle scorse ore aveva invitato l’imbarcazione a dirigersi verso la Tunisia. Intervenuta a In Onda, Alessandra Sciurba ha aggiunto: «Stiamo chiedendo l’autorizzazione allo sbarco a Lampedusa perché la Tunisia per noi non è un porto sicuro. Consideriamo una vergogna che qualcuno ci parli ancora di Libia come approdo per questo naufraghi». Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore con la presa di posizione di Matteo Salvini, questo il giudizio di Emma Bonino: «Con Mediterranea vedremo stesso braccio di ferro della Sea Wacht 3, mentre altri 80 sono naufragati e si sono salvate solo 3 persone. Non voglio più commentare le sciocchezze di Salvini. La Libia è quel posto dove si bombardano 100 sventurati in un campo profughi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MEDITERRANEA SALVA 54 MIGRANTI IN LIBIA

Un possibile nuovo caso Sea Watch si avvicina all’orizzonte delle coste italiane: 54 migranti naufraghi su un gommone alla deriva nelle acque Sar della Libia sono stati salvati poco fa dalla barca a vela “Alex” della Piattaforma Mediterranea Saving Humans (la stessa che serviva a bordo della Mare Jonio, già diverse volte venuta in contrasto con il Governo italiano con altri migranti salvati nel Mar Mediterraneo). «Tutti i 54 naufraghi sono stati salvati e si trovano adesso a bordo di ALEX #Mediterranea. Tra loro 11 donne (tre incinte) e 4 bambini. Motovedetta libica arrivata tardi, prima intima l’alt, poi si allontana dalla scena», ha scritto poco fa l’account Twitter della Mediterranea, aggiungendo subito dopo «Felici di aver strappato 54 vite umane all’inferno della #Libia. Adesso serve subito un #portosicuro». Eccolo che dunque è pronto a ripartire il “cancan” mediatico attorno alla nave, questa volta una barca a vela, che avrebbe anticipato la Guardia Costiera libica di qualche minuto. Dopo il ritorno in mare negli scorsi giorni, l’imbarcazione stava proseguendo la sua missione di osservazione della zona Sar Libica con a bordo anche una giornalista di Rai News – Angela Caponnetto – per un reportage accurato: ecco che, racconta Repubblica, prima individuano alcuni resti di un gommone e poi un altro con a bordo 54 persone. A quel punto Mediterranea chiama la sala operativa della Guardia Costiera di Roma chiedendo lumi su cosa fare: la direttiva ribadisce che dovranno essere le motovedette libiche a doversi occupare dei naufraghi anche visto l’impossibilità strutturale della barca a vela lunga 18 metri a sobbarcarsi tutti i 54 migranti dal gommone.

SALVINI “LA BARCA ALEX VADA IN TUNISIA”

In giornata già la situazione dell’immigrazione in Libia aveva avuto due pessime notizie: prima un barcone di 82 persone è risultato disperso davanti alle coste tunisine dopo una lunga fuga dai bombardamento di Tripoli nei centri di detenzione. Non solo, il premier Al Serraj ha annunciato di non aver più la possibilità di garantire la sicurezza per i migranti nei centri di detenzione e che vi potrebbe essere la concreta possibilità di dismetterli completamente. «Siamo in pattugliamento insieme ad Open Arms in sar libica, cioè la zona in cui la responsabilità di intervento in caso di naufragio sarebbe della cosiddetta “guardia costiera libica”. Il nostro faro è come sempre il rispetto dei diritti umani. Nel corso del nostro pattugliamento abbiamo incontrato il relitto di un gommone.  Quasi sicuramente un naufragio. Quanti morti non lo sapremo mai. Un relitto di un “rubber boat” semiaffondato con tanto di motore. Nessuna indicazione di rescue completato. C’è la seria possibilità che si tratti dei resti di un naufragio fantasma. Nel silenzio l’umanità muore. Senza testimoni», così avevano scritto poco prima di trovare i 54 migranti nel secondo gommone recuperato gli stessi operatori della Mediterranea. A quel punto la Alex, disobbedendo agli ordini di Roma, ha recuperato i migranti anticipando di qualche minuto la guardia costiera libica effettivamente intervenuta che addirittura per qualche miglio li ha inseguiti prima di desistere dalla “caccia” iniziata poco prima. Non si è lasciato attendere il primo commento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini su Twitter «Gli immigrati presi a bordo da #Mediterranea sono in acque libiche, e attualmente sono più vicini di decine di miglia nautiche alla Tunisia rispetto a Lampedusa»; poco dopo lo stesso vicepremier, ricordando quanto avvenuto solo pochi giorni fa con la Sea Watch e la sua capitana Carola Rackete, ribadisce «Se questa ong ha davvero a cuore la salvezza degli immigrati faccia rotta nel porto sicuro più vicino, altrimenti sappia che attiveremo tutte le procedure per evitare che il traffico di esseri umani abbia l’Italia come punto di arrivo». Si profila l’ennesimo, lungo ed estenuante braccio di ferro sperando solo che non si arrivi al “caos mediatico” come quanto avvenuto la scorsa settimana..