In Italia e in Spagna i mari sono stati invasi dalla “medusa a uovo fritto”, meglio conosciuta anche come medusa Cassiopea o, tecnicamente, Cotylorhiza tuberculat. L’aumento della presenza, come riportato da Rai News, è dovuto all’innalzamento della temperatura delle acquee, che favorisce sia la loro sopravvivenza che la loro riproduzione. Inoltre, stanno scomparendo sempre di più quelli che sono i loro predatori naturali, come le tartarughe marine e altre tipologie di pesci.
In particolare l’area più colpita dalla sovrappopolazione della Cotylorhiza tuberculat è quella del Mar Adriatico, ma anche nelle coste di Sicilia e Sardegna. L’avvistamento di queste specie ha creato non poca preoccupazione. Non è difficile, tra l’altro, riconoscere le meduse in questione e a rivelare il perché è il nome stesso. La forma infatti è quella di un “uovo fritto”, ovvero composta da un corpo centrale di colore bianco-giallognolo che viene circondato da tentacoli corti e spessi. Le dimensioni del diametro sono in genere comprese tra i 20 e i 35 centimetri.
Quali sono i rischi dal contatto con la medusa “uovo fritto”?
Se da un lato la “medusa a uovo fritto”, medusa Cassiopea o Cotylorhiza tuberculat sta creando particolare preoccupazione e sta generando grande clamore su di sé, dall’altro lato gli esperti ci tengono a rassicurare le persone che si apprestano ad andare in vacanza al mare. Non ci sono infatti rischi particolari legati al contatto dell’uomo con questa specie, se non quelli che corrispondono ad una medusa comune, ovvero una più o meno lieve irritazione. Non sussistono effetti più gravi di cui preoccuparsi.
La situazione relativa alla presenza delle meduse in questione nei nostri mari è del tutto sotto controllo e gli esperti si augurano che questa attenzione mediatica nei confronti della Cotylorhiza tuberculat non sia fonte di ripercussioni negative per il turismo in Italia. Anche perché non c’è alcuna necessità di cambiare le proprie rotte.