Le meduse continuano ad essere oggetto di studi. Questi animali, da sempre considerati senza cervello, potrebbero in realtà avere un’intelligenza. È stato dimostrato che la Tripedalia Cystophora è capace di imparare dall’esperienza, come spiega uno studio pubblicato alla fine di settembre sulla rivista Current Biology. I suoi autori, ricercatori tedeschi e danesi dell’Istituto di Fisiologia dell’Università di Kiel e dell’Università di Copenaghen, spiegano nello studio di essere riusciti ad addestrare questi animali marini a riconoscere ed evitare gli ostacoli, come riporta Le Figaro. “Tutti gli animali, anche i più semplici, imparano cose”, spiega Ferdinando Boero, presidente della Fondazione Dohrn della Stazione Zoologica di Napoli.



“Mostrarlo per la prima volta in una medusa è fantastico perché mette in risalto le capacità adattative di queste creature che esistono da 600 milioni di anni senza aver avuto bisogno di evolversi. In definitiva, sappiamo molto poco delle meduse” sottolinea ancora lo scienziato. La specie non è stata scelta a caso: la Tripedalia Cystophora, che abita le mangrovie dei Caraibi, deve navigare, grazie a piccoli movimenti di contrazione della campana, per catturare la preda tra le radici degli alberi. Questa ha degli organi sensoriali abbastanza complessi. I suoi 24 occhi, in particolare, disposti in quattro punti attorno alla corona, gli permettono di ricostruire immagini e utilizzare la vista per orientarsi nella foresta sottomarina.



Le meduse sono in grado di apprendere: lo studio

L’esperimento condotto dagli scienziati consisteva nell’immersione delle meduse in un acquario il cui bordo era stato marcato per riprodurre il contrasto tra l’acqua e le radici. Con le bande bianche e nere, che imitavano un ostacolo vicino, le meduse si tenevano intuitivamente a distanza. Con una separazione meno contrastante, strisce grigie e bianche, colpivano più volte il muro prima di imparare a individuarlo. Secondo gli studiosi, la medusa Tripedalia Cystophora si distingue dalle altre per i suoi organi di senso abbastanza complessi. I suoi 24 occhi, in particolare, le permettono di ricostruire immagini e usare la vista per orientarsi, spiega Le Figaro.



Gli studiosi hanno notato, dopo aver osservato la medusa nell’acquario, che “c’è stato un miglioramento delle prestazioni: combinando stimoli visivi e meccanici, le meduse riescono a interpretare le dimensioni della vasca”, come sottolineato da Lucas Leclère, ricercatore (CNRS) presso il Laboratorio di Biologia Integrata degli Organismi Marini in Banyuls-sur-Mer (Pirenei orientali). In assenza di contrasto, con un’unica fascia grigia, le meduse inevitabilmente si scontravano. “Non possiamo parlare strettamente di memoria nel caso delle meduse perché non sappiamo, secondo questo studio, cosa succede se li rimettiamo nel barattolo qualche ora, qualche giorno o qualche mese dopo”, osserva Lucas Leclère.