Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia, ha pubblicato un intervento su Telegram per commentare la decisione dell’Ucraina di mettere al bando la Chiesa Ortodossa Russa. Il parlamento di Kiev infatti, ha reso nota l’approvazione di una legge che vieta tutte le attività dei gruppi religiosi ortodossi, perchè fanno capo al patriarcato di Mosca e quindi sono considerati troppo vicini al Cremlino. Medvedev ha risposto alla decisione rilasciando una serie di dichiarazioni nelle quali ha minacciato: “Arriveranno serie punizioni, in modo veloce e doloroso“.
L’ex presidente ha poi proseguito affermando: “L’Ucraina sarà distrutta come Sodoma e Gomorra“, sottolineando anche che: “La messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina non sarà inutile e non passerà invano, i demoni cadranno e la vendetta colpirà, non in un futuro lontano, dopo il passaggio all’altro mondo. Al contrario, la punizione sarà terrena, crudele, dolorosa e arriverà presto“. Ha poi aggiunto, accusando in particolare l’Occidente di aver favorito questa legge in un piano di danneggiamento della Russia: “Le azioni dell’Ucraina contro la Chiesa ortodossa ucraina sono satanismo a tutti gli effetti, che l’Occidente sostiene attivamente“.
Medvedev: “Bandire la Chiesa ortodossa in Ucraina è un atto di satanismo sostenuto dall’Occidente”
Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia Dmitry Medvedev, ha criticato duramente l’approvazione della legge da parte dell’Ucraina di vietare la Chiesa ortodossa per limitare l’influenza russa nel paese. Tra le dichiarazioni fatte su Telegram ha affermato che la scelta è stata dettata dalle esigenze dell’Occidente di voler colpire attivamente Mosca, sottolineando che si tratta di: “Un satanismo a tutti gli effetti, professato dalla ‘creatura di cocaina’ e dai suoi demoni. E che è attivamente sostenuto ‘dall’Occidente civilizzato’ per infliggere il massimo danno alla Russia e ai suoi cittadini“.
E le minacce di Medvedev nei confronti di Kiev non si sono limitate agli avvertimenti in merito a questa ultima decisione, erano arrivate infatti anche altre dichiarazioni, pubblicate su X il giorno precedente che si riferivano all’attacco da parte dell’esercito ucraino nella regione di Kursk, per il quale l’ex presidente aveva risposto negando qualsiasi possibilità di negoziato per una pace scrivendo: “Non ci saranno colloqui finché il nemico non sarà completamente sconfitto“.