Bernahrd Scholz, presidente Fondazione Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, ha aperto i lavori dell’annuale vertice organizzato da Comunione e Liberazione. E’ stato lui ad introdurre l’ospite più atteso della giornata, quel Mario Draghi che al Meeting di Rimini aveva già preso parte nel 2009, più di dieci anni fa, in qualità di governatore della Banca d’Italia, quando il Paese era scosso da una crisi di diverso stampo rispetto a quella del coronavirus: quella finanziaria. Proprio da quella circostanza ha preso le mosse l’intervento di Draghi, sottolineando che “quando la fiducia tornava a consolidarsi e con essa la ripresa economica, siamo stati colpiti ancor più duramente dall’esplosione della pandemia“. Affermando l’importanza di controllare l’incertezza senza subirla, l’ex governatore della BCE ha citato la ‘preghiera per la serenità’ di Reinhold Niebuhr che chiede al Signore: “Dammi la serenità per accettare le cose che non posso cambiare, / Il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, / E la saggezza di capire la differenza“.
MARIO DRAGHI: “DEBITO ELEVATO INEVITABILE”
Secondo Draghi, “occorre essere molto chiari sugli obiettivi che ci poniamo. La ricostruzione di questo quadro in cui gli obiettivi di lungo periodo sono intimamente connessi con quelli di breve è essenziale per ridare certezza a famiglie e imprese, ma sarà inevitabilmente accompagnata da stock di debito destinati a rimanere elevati a lungo“. Per l’ex numero uno dell’Eurotower, che già aveva espresso questo convincimento in un intervento molto ripreso sul Financial Times qualche mese fa, “il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza“.
Draghi ha concluso il suo intervento con queste parole: “Dobbiamo essere vicini ai giovani investendo nella loro preparazione. Solo allora, con la buona coscienza di chi assolve al proprio compito, potremo ricordare ai più giovani che il miglior modo per ritrovare la direzione del presente è disegnare il tuo futuro“.