«La Carta costituzionale è ricca di richiami espliciti per il raggiungimento del bene comune», secondo Lorenza Violini, docente di diritto Costituzionale alla Statale di Milano, «bisogna superare un certo dualismo che vuole contrapposti lavoro pubblico e privato, bene comune e bene della persona. In realtà il lavoro è lavoro, perché è da questo che dipende l’affermazione della democrazia». Proprio il rapporto tra P.A. e bene comune è stato l’epicentro dell’incontro di ieri pomeriggio a cui hanno partecipato, oltre a Lorenza Violini, anche Roberto Albonetti, direttore generale Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia, Carlo Lauro, docente di Statistica all’Università di Napoli e Umberto Vattani, presidente dell’Istituto italiano per il commercio estero. Ha coordinato Salvatore Taormina, capo dipartimento Autonomie locali della Regione Sicilia.



Il bene comune, dunque, come traguardo anche e soprattutto dell’apparato statale. Ed è proprio grazie al capitale umano che si può perseguire. Questa è stata la strada percorsa da Albonetti che, citando l’enciclica Caritas in veritate, ha poi dichiarato: «il bene comune non è prerogativa della pubblica amministrazione, anche se questa deve ripensare il concetto di persona. Per questo non sono d’accordo con il ministro Brunetta – ha proseguito Albonetti – quando va contro chi lavora all’interno dell’amministrazione pubblica. Quest’ultima va ripensata insieme a chi ci lavora, valorizzando gli operatori».



Secondo Umberto Vattani la crisi non si ferma alla P.A. in quanto «non è solo la pubblica amministrazione ad essere inadeguata. In ritardo è anche il settore privato. È necessario – ha esortato – ripensare da zero le nostre attività. Bisogna rimettere in discussione tutto. Solo così è possibile inventare sistemi originali adatti ad affrontare le sfide del futuro. Il presidente dell’istituto italiano per il commercio estero ha poi commentato il ruolo della kermesse riminese: «Il bene comune è anche quello dell’Italia nel mondo. In questo il Meeting ci può aiutare a comunicare meglio la nostra realtà perché il Meeting è ormai una realtà ‘leggendaria’ in tutto il mondo».

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