Il ministro della Giustizia Alfano ha partecipato ieri ad un incontro al Meeting di Rimini col vice presidente del Csm, Nicola Mancino. Responsabilità dei magistrati, riforma del Csm, riforma del processo penale, “caso Battisti” sono al centro dell’intervista che il Guardasigilli ha concesso a ilsussidiario.net.
Ministro Alfano, parliamo di riforme. Cosa intende fare a proposito della responsabilità dei magistrati?
Intendiamo valorizzare il principio di responsabilità. Nella riforma del processo penale abbiamo previsto dei meccanismi che consentano al Csm di valutare sempre l’operato dei magistrati.
Nell’incontro di ieri al Meeting con il vice presidente Mancino sia nei toni che nei contenuti è prevalso un clima di dialogo: è possibile continuare questo dialogo e riuscire a riformare il Csm?
Il Csm può essere riformato solo toccando la Costituzione. Anche se per alcuni la Carta sembra intoccabile, già in passato è stata modificata, e la bicamerale di D’Alema, una decina d’anni fa, aveva previsto di ridisegnare la disciplina della giustizia prevista dalla Costituzione. Oggi ci sono diverse questioni aperte che riguardano il Csm: il problema delle correnti, che di per sé non sono “il male”, ma che ormai sono degenerate in un vero e proprio correntismoche ha fatto del Csm quasi un Parlamento in miniatura. Che governa la magistratura, ma che allo stesso tempo compie le nomine dei vertici delle procure e dei tribunali. Vi è, poi, un problema del Csm nell’esercitare l’azione disciplinare.
Cosa succede se un giudice non lavora bene? Si può garantire l’indipendenza dei magistrati nel deliberare il proprio giudizio ed allo stesso tempo prevedere una sanzione per quei giudici le cui sentenze sono sistematicamente riformate nel successivo grado di giudizio?
Guardi, noi immaginiamo una giustizia in cui il centro del sistema giudiziario sia il principio di responsabilità. Il cittadino dev’essere sempre in condizione di avere di fronte a sé un giudice imparziale e terzo. Anche il processo penale intendiamo riformarlo in questa direzione.
Il 25 agosto la Corte Suprema del Brasile ha rilasciato un comunicato in cui afferma che il 9 settembre si pronuncerà sul rifiuto del governo brasiliano di estradare Cesare Battisti. Finalmente si concluderà questa vicenda?
Siamo estremamente fiduciosi, perché un paese libero e democratico come l’Italia assicura ai propri detenuti un trattamento secondo i principi della nostra Costituzione. Le obiezioni all’estradizione che abbiamo sentito fare da parte di alcuni esponenti del governo brasiliano (il ministro della Giustizia Tarso Genro ha concesso lo status di rifugiato a Battisti motivando la decisione con la possibilità di persecuzioni nei suoi confronti da parte del governo italiano, ndr) ci appaiono lunari, assurde rispetto al nostro sistema democratico.