Al Meeting si è parlato di scuola, lo si è fatto con il ministro Mariastella Gelmini, con Franco Nembrini, con Fabrizio Foschi, con Marco Paolo Nigi.

È stato Franco Nembrini a lanciare la sfida dell’educazione, leggendo la lettera di una classe intera ad un suo insegnante alla fine dell’anno scolastico. Una lettera commovente, nella quale gli studenti ringraziano il loro insegnante per aver dato loro gli strumenti per affrontare un percorso umano e critico che è affidato tutto a loro. Franco Nembrini ha voluto evidenziare che vi sono migliaia e migliaia di insegnanti che ricevono lettere così, migliaia e migliaia di insegnanti per i quali educare è un avvenimento. Per questi insegnanti l’educazione è possibile, sempre, in qualsiasi condizione, perché è qualcosa che accade tra due libertà e rende un’avventura la vita dentro la classe. L’educazione viene prima di ogni riforma, prima di ogni cambiamento, accade anche se tutto rimane tale e quale come purtroppo documenta la storia della scuola, e non solo di questo ultimo decennio.



Ci sono però condizioni che favoriscono l’educazione, e condizioni che la rendono più faticosa. Nembrini ha sfidato gli insegnanti a non rinchiudersi nella loro classe, perché, mentre loro vivono qualcosa di bello con i loro studenti, potrebbe accadere che il sistema italiano divenga come quello americano, fino a considerare reato che un insegnante crei un rapporto umano con i loro studenti.



Ogni insegnante, se tiene a quello che sta costruendo, deve aprire gli orizzonti ed impegnarsi perché le condizioni divengano sempre più favorevoli all’educazione. «Se tu non ti occupi della politica, è la politica che si occupa di te» ha detto con forza Nembrini, facendo capire l’urgenza di uscire da una miopia diffusa tra tanti insegnanti così che il cambiamento non sia il frutto di una progettazione a tavolino, ma il dilatarsi di una novità educativa già in atto. È in questa direzione che Franco Nembrini si è fatto portatore della domanda che viene dalla vita reale della scuola, dai suoi protagonisti, è la richiesta di libertà. Nembrini ha chiesto ai politici di occuparsi di scuola in modo prioritario, di custodire la ricchezza umana che oggi caratterizza tante esperienze educative, di difendere ciò che nasce dall’impegno con le esigenze fondamentali della vita, una sola è la strada, è quella di dare a chi vive dentro la scuola un po’ più di libertà.



Fabrizio Foschi, Marco Paolo Nigi e Mariastella Gelmini sono stati alla sfida che Nembrini ha loro lanciato a partire dalla sua esperienza di educatore. Fabrizio Foschi ha evidenziato alcune richieste che sono presenti nel documento della CDO scuola dal titolo “Una scuola che parla al futuro” e che ritiene prioritarie per il cambiamento della scuola. In primo luogo è urgente che l’autonomia scolastica sia autonomia a tutti gli effetti, fino a quello economico. In secondo luogo si deve andare nella direzione di una formazione dei docenti che valorizzi il rapporto con la scuola e di nuove forme di reclutamento che tengano conto di criteri di qualità e di merito. L’obiettivo finale è quello di dar vita ad una vera e propria carriera dei docenti. Da ultimo Foschi ha sottolineato l’importanza di un sistema di valutazione esterno delle scuole. L’intervento di Nigi, segretario nazionale dello Snals, si è soffermato sulla questione delle riforme, evidenziando come non si possa procedere ad un cambiamento della scuola senza migliorare la condizione dei docenti. Anche per Nigi il merito deve finalmente entrare dentro la scuola, perché senza merito la qualità dell’offerta educativa rimane di basso livello.

Da ultimo è intervenuto il ministro Gelmini, da una parte sottolineando il valore dell’educazione e della libertà, così come era stato testimoniato da Nembrini, dall’altro entrando nel merito delle questioni urgenti della scuola, quelle che chiedono un intervento riformatore improrogabile. Il ministro ha promesso che questa sarà la legislatura della carriera dei docenti, ha poi rassicurato circa la riforma della scuola superiore, chiarendo che da settembre a dicembre vi sarà la consultazione nelle scuole, a gennaio inizierà la formazione degli insegnanti, così che dal 2010 inizierà la nuova scuola superiore. Infine il ministro si è impegnato a passare da un’autonomia teorica ad un’autonomia di fatto, indicando nella quota capitaria il punto di forza di una scuola che si poggi finalmente sulla responsabilità dei soggetti che la fanno. Per quanto riguarda la parità scolastica il ministro ha riconosciuto che quella di oggi è una parità solo teorica, ma che si impegnerà per trovare una soluzione che renda effettive e praticabili da tutti la libertà di educazione e la libertà di scelta della scuola.

Un incontro quello sulla scuola che ha documentato quanto una novità sia in atto oggi nel mondo dell’educazione, una novità che nasce e permane per una ripresa di libertà, è questa una speranza per la scuola intera; che la politica cominci a riconoscere questo e a pensare a cambiare il sistema da questo, è una novità altrettanto interessante, una possibilità di cambiamento che si apre.