Una rapida ma significativa conferenza stampa arriva al Meeting di Rimini a metà pomeriggio. Introduce il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, con a fianco da un lato un “big” della finanza, l’amministratore delegato di Intesa-San Paolo, Corrado Passera, e dall’altro un “big” del sindacato, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.



Lo sfondo della conferenza stampa è inevitabilmente la grande crisi economica, le scelte per combatterla, il modo di uscirne. Giorgio Vittadini spiega la ragione per cui tanto spazio di questa edizione del Meeting viene assegnato all’economia: “Bisogna fare un grande sforzo di carattere culturale, quello di modificare l’idea di economia che si è affermata in questi ultimi dieci anni. La crisi – dice Vitadini – fa pensare a problemi di trasformazione sociale, a problemi antropologici di questa società, dove bisogna avere tutto e in tempi rapidi. E in questo modo non si fanno più programmi e progetti a lungo respiro”. Vittadini ricorda quando si spiegava che occorreva fare molta finanza, che l’Italia era in ritardo su questo punto. Il problema invece è quello di ritornare soprattutto all’economia reale, salvaguardando la struttura produttiva di questo Paese, le piccole e medie aziende che sono la spina dorsale delle sviluppo italiano. Quindi si pone di nuovo la questione di un nuovo rapporto tra banche e imprese, un nuovo rapporto nel settore delle relazioni industriali. Vittadini conclude la sua introduzione ricordando che “L’Italia sta in piedi perché c’è tanta gente che dal basso costruisce”.



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I giornalisti presenti pongono alcune domande a Corrado Passera innanzitutto. Ma sono domande più di carattere politico che di carattere economico- finanziario. Tuttavia l’amministratore delegato di Intesa non si lascia incastrare e con molta abilità si distingue bene da un piano puramente politico. Spiega alcuni punti delle sue recenti interviste: "Il tema di tassare più adeguatamente la rendita finanziaria è un’ipotesi che avanzo perché in una riforma del sistema fiscale siano soprattutto avvantaggiati lavoro e imprese." Poi si riferisce all’"indignazione" per quanto riguarda quello che succede nella politica italiana. Passera precisa: "Io parlavo di una indignazione propositiva, che riunisca tutta la classe dirigente, non solo quella politica, in uno sforzo unitario per uscire dalla crisi". Ammette con chiarezza la perdita sui crediti nell’anno più acuto della crisi: "Per Intesa circa 3 miliardi e 700 milioni". Si smarca completamente sulla possibilità di elezioni: "Non ne voglio parlare. Ne parlerà al momento giusto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano". Ma difende anche l’operato del governo in questo periodo di crisi: "Aver tenuto i conti pubblici a posto è un grande merito, così come alcuni interventi di sostegno".



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Più preoccupato dell’instabilità politica è invece il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: "Ci sono sempre state contrapposizioni tra forze politiche e tra leader, ma in questo momento sono veramente incomprensibili e pericolose. Una tornata elettorale in questo momento significherebbe perdere sei mesi, bloccarci proprio in piena crisi per sei mesi. Mentre si richiede un governo che governi, avremmo una situazione di vuoto e di incertezza". Bonanni affronta di striscio anche la situazione della Fiat: "Marchionne non può inseguire le provocazioni della Fiom. non serve a nulla. Soprattutto gli scioperi e le provocazioni della Fiom non sono affatto maggioritarie nel sindacato italiano in questo momento. Tutto questo sposta i termini del confronto tra noi e la Fiat".

(Gianluigi Da Rold)