“Al Meeting di Rimini ho presentato la mia primissima mostra rock in assoluto” racconta sorridendo Red Ronnie. Di passaggio all’edizione 2010, il vulcanico presentatore televisivo, storico della musica, deejay, giornalista e adesso anche consulente per l’immagine video del sindaco di Milano, Letizia Moratti, racconta le sue precedenti incursioni alla kermesse riminese.
“Venni qua negli anni 80, portai copie della rivista che facevo allora, Be Bob a Lula, fotografie di Jimi Hendrix e altri musicisti rock, dischi rari. Fu il primo esperimento che feci di quel genere, che poi ha portato a eventi come la mostra che ho organizzato a Milano due anni fa”. Mostra, quella tenuta in Piazza del Duomo, da far invidia a certe esposizioni di memorabilia di quelle che di solito si tengono a Londra o a New York.
Foto, poster vinili, lettere autografate, strumenti musicali originali, testi di canzoni, da Elvis Presley a Jimi Hendrix, da Jim Morrison ai Beatles, dai Rolling Stones a Bill Haley, da Miles Davis a David Bowie, da Woodstock al Live Aid, dai Sex Pistols a Madonna. Tutti cimeli che Red Ronnie ha raccolto nel corso degli anni. Al Meeting 2010 il giornalista è venuto insieme a Letizia Moratti.
Un rapporto di lavoro consolidato quello fra il bolognese Red e il sindaco del capoluogo lombardo, che ha portato a diverse iniziative ad esempio “LiveMi”, vetrina per giovani musicisti esordienti che si è tenuta nei sottopassi della metropolitana milanese. “Pensa” dice orgoglioso “che un giorno sono venuti su appositamente da Matera in macchina quattro ragazzi. Hanno suonato e se ne sono tornati indietro la sera stessa perché il giorno dopo dovevano lavorare”.
Uno spazio apposito per talenti emergenti: “Ce n’è bisogno perché oggi tutto passa per i talent show televisivi e non si lascia più spazio alla creatività dei ragazzi. In questi programmi i giovani vengono educati a cantare vecchi successi del passato, le canzoni dei loro genitori, e non si permette loro di comporre autonomamente. Invece bisogna lasciare spazio alla creatività, ne hanno bisogno i ragazzi. Altrimenti lo vediamo cosa succede: si ubriacano, si annoiano, fanno cose sciocche e pericolose. Sono felice di questa iniziativa che riprenderemo il prossimo febbraio perché abbiamo dato spazio a qualcosa che in Italia manca pericolosamente, la creatività giovanile”.
Il rapporto di Red Ronnie con il Meeting ha avuto altri momenti entusiasmanti. “Nel 1998 si tenne una mostra dedicata al grande pittore William Congdon” racconta. “Era scomparso da poco e io ero stato l’ultima persona a video intervistarlo prima della sua morte. Venne utilizzata la mia intervista all’interno della mostra, una cosa di cui sono molto orgoglioso”. “Mi piace il Meeting” dice ancora. “Si vedono ragazzi impegnati, ragazzi che sono contenti, è un posto che ispira e da cui torni sempre con bei ricordi”.
Si sente la nostalgia, in un programmazione televisiva musicale sempre più appiattita, dei programmi di Red Ronnie, da Help a Roxy Bar. Quando lo rivedremo in televisione? Sorride: “Io sono qua. Non devo fare un ritorno televisivo. Basta che qualcuno conti fino a dieci e io sono sempre pronto”. Un bel modo di sorvolare le polemiche, ma di ricordare che la televisione musicale di Red Ronnie è sempre pronta a riaccendere i motori. Ce ne sarebbe bisogno.
Ricordiamo che da un programma come Roxy Bar sono passati alcuni dei migliori talenti della scena internazionale, quando ancora li conoscevano in pochi, ad esempio Ben Harper prima che diventasse una star. O geni del jazz come lo scomparso Michel Petrucciani. Red Ronnie con il suo fiuto non si è mai fatto sfuggire nessuno.
Lo salutiamo chiedendogli un ricordo del suo grande idolo musicale, Jimi Hendrix: “Non si può consigliare un solo disco di Jimi, tutti e tre gli album che fece in vita sono irrinunciabili. Dei dischi postumi invece, usciti dopo la sua morte, segnalo il solo “Band of Gypsys, un live straordinario”.