Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha stupito il pubblico del Meeting di Rimini con abbondanti citazioni di Enrico Berlinguer come esempio di austerità da seguire per tenere in ordine i conti pubblici .
La platea del Meeting di Rimini non se l’aspettava di certo che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti aprisse il suo intervento in fiera citando Enrico Berlinguer e che parlasse della sua austerità come di un «riferimento etico e politico» anche per «il governo Berlusconi». «È utile rileggere gli scritti del 1977 di Enrico Berlinguer sull’austerità», ha detto il ministro. «Pur nelle posizioni, nelle analisi diverse è un riferimento etico e politico che non possiamo trascurare. Si tratta di un ragionamento sulle responsabilità nelle politiche di bilancio che può costituire una base di riflessione per i prossimi anni». Tornando ai nostri giorni, «solo con la tenuta dei conti pubblici possiamo volgere uno sguardo al futuro. È il tema di riflessione di tutto questo agosto con il presidente del Consiglio. Non possiamo illuderci. Lo sviluppo si fa con una politica mirata che dia una prospettiva in più al Paese».
Non è una conversione quella del ministro, ma una semplice constatazione di valore che «tutti gli uomini e i soggetti di buona volontà di questo paese» dovrebbero comprendere, «una cosa – ha detto – è giusta a prescindere da chi la fa». In ogni caso, «siamo orgoglioso della politica che abbiamo fatto», ha detto, sottolineando il suo impegno a portare a termine gli otto punti programmatici di cui ha paralato a Rimini, tra i quali il federalismo fiscale. Tremonti, oltre a considerazioni di carattere prevalentemente politico, si è lasciato andare a riflessioni più ampie: «Le ideologie determinavano la vita dei popoli dall’alto in basso. Ora bisogna partire dal basso. Dalla famiglia, dalla comunità», ha spiegato. «È tempo di aprire il cantiere delle riforme», ha continuato.«Serve un mutamento del pensiero politico, un cambio della politica. Il tempo presente è diverso dal tempo passato».Sui fatti recenti, che hanno visto schierati i sindacati contro le fabbriche, Tremonti a detto, infine, riferendosi al caso dello stabilimento Fiat di Pomigliano: «C’è il rischio di conservare i diritti perfetti e perdere le fabbriche».
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