In collaborazione con Unioncamere, alle ore 15.00, nella sala Neri del Meeting, Lorenza Violini, docente di Diritto costituzionale all’Università degli studi di Milano e responsabile del dipartimento Pubblica Amministrazione della fondazione per la Sussidiarietà, ha condotto una tavola rotonda sul tema del federalismo e del federalismo fiscale con quattro presidenti di regione: Vito De Filippo, Roberto Formigoni, Raffaele Lombardo, Luca Zaia, in rappresentanza di Basilicata, Lombardia, Sicilia e Veneto. «Parliamo di federalismo, ma stiamo sui temi e non sugli slogan» l’invito della moderatrice.
De Filippo è intervenuto per primo: «Se tutto quello che chiamiamo federalismo sarà declinabile in trasparenza, condivisione dei dati e coesione, allora la regione Basilicata responsabilmente ci sarà», perché la regione non può perdere la corsa verso l’efficienza e il contenimento degli sprechi. Ha quindi presentato, dati alla mano, il “paradiso amministrativo” che permette alla sua regione di essere annoverata tra le più virtuose. Ha quindi concluso: «Certo il federalismo è partito con un accordo ampio tra le regioni, ma la manovra è stata costruita con la faccia più centralista che si potesse immaginare».
Il governatore del Veneto ha reagito col richiamo al fatto che «il federalismo non è un’invenzione della Lega». Alla parte politica che lui rappresenta, semmai, il merito di «non volersi fermare al federalismo, ma di voler attuare quanto annunciato dall’articolo 116 della Costituzione Italiana”. In questo senso dunque “federalismo significa responsabilità» ha detto Zaia, aggiungendo che innanzitutto è stato necessario «esporre i conti». Ecco quindi l’introduzione del principio del costi standard, entro i quali, «fatta salva la quota di solidarietà e sussidiarietà nazionale, ogni regione deve arrangiarsi», anche in un’ottica di valorizzazione del proprio patrimonio.
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Zaia ha concluso con una citazione del 1949 di don Luigi Sturzo: «Sono unitario, ma federalista indipendente».«Il federalismo si può adattare anche alla regione Sicilia, a patto che faccia saltare il centralismo che, di fatto, continua a dominare nei rapporti tra stato e regione». È questo il giudizio emerso dall’intervento di Lombardo. A partire dai “conti esposti”, la regione si presenta fortemente paralizzata dalla morsa della pubblica amministrazione.«Forse il federalismo è insufficiente, c’è bisogno di un nuovo sistema che permetta anche un reale sviluppo, penso all’autonomia di cui gode Malta», è stata la conclusione a cui è arrivato Lombardo.
Col suo intervento Formigoni ha puntualizzato: «Il federalismo è una grande occasione positiva, ma è un’impresa complessa e difficile. Dobbiamo scontrarci con volontà che siano vere, non solo dichiarate. Il 2011 può e deve essere l’anno del federalismo». Diversi i problemi ancora da affrontare: le risorse per garantire i servizi, i fondi per le regioni meno favorite, gli ammortizzatori sociali. «Certo il federalismo è solo la strada per il vero obiettivo: l’autonomia e la sussidiarietà» ha ribadito il presidente. In merito alle conclusioni dell’intervento di Lombardo ha sottolineato che i passi compiuti sono «un dato oggettivo, che nasce dall’efficace lavoro tessuto dalle regioni negli ultimi anni: non facciamo passi indietro!».
Formigoni ha quindi chiuso il suo intervento mettendo in evidenza che il nodo da affrontare ora è l’applicazione degli stessi standard virtuosi ai ministeri. «Il presidente Berlusconi ha accettato la nascita di una commissione apposita, formata da rappresentanti dei ministeri e delle regioni». La tavola rotonda è stata seguita, in collegamento, anche da un numeroso pubblico che riempiva l’area video della Hall Sud.