Si è svolto in sala 1 uno dei momenti più carichi di significato politico per il Meeting, l’incontro tra il ministro della Giustizia Angelino Alfano e Luciano Violante, presidente del Forum Riforma dello Stato del Partito democratico.
Ha esordito Violante, facendo presente che un modello di giustizia va inserito a contestualizzato in un modello democratico: «La repubblica nata dalla rivoluzione francese ha portato ad accentuare la prevalenza del potere parlamentare, mentre dalla rivoluzione americana è nata una costituzione che affida alla magistratura in particolare il ruolo di proteggere il cittadino dall’azione dei poteri legislativo ed esecutivo» ha spiegato, ribadendo che «è essenziale, per un esito positivo dei propositi di riforma, che via sia rispetto reciproco tra gli stessi pezzi del sistema istituzionale: non si faranno passi in avanti se non cambia il clima dei rapporti tra la politica e la magistratura (e viceversa)».
Su intercettazioni e processo breve, poi, ha espresso i sui dubbi confessando in particolare le sue perplessità «sulla modalità di abbreviare la durata dei processi agendo solo sulla tempistica, poiché l’adeguamento delle strutture è fondamentale per una giustizia più rapida».
Il ministro Alfano, rispondendo alla provocazione di Violante che ricordava le difficoltà di chi si trova in un ruolo simile a rispondere ai bisogni dei cittadini nella esiguità dei mezzi a disposizione, ha dichiarato: «A tali istanze si può cercare di rispondere solo se si mette al centro l’uomo».
In tal senso, visto che 18 milioni di italiani sono interessati da processi «il processo breve intende rispondere a tali istanze, prevedendo un processo più veloce e di ragionevole durata». ha sottolineato il ministro. Violante, riprendendo la parola, in merito alla riforma della magistratura ha spiegato che va inserita in un una riforma che in maniera organica modifichi il rapporto tra i poteri, per far si che «dall’attuale democrazia conflittuale a una democrazia comunicativa, fondata sul confronto e sulla costruttiva collaborazione tra le forze politiche».
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