Un movimento che nasce dal desiderio di felicità, che, per la prima volta, ha fatto scendere in piazza migliaia di giovani arabi non contro qualcuno, ma per qualcosa: lavoro, libertà, dignità e democrazia. E’ questa la novità della primavera araba, che l’Europa deve capire e sostenere secondo il cardinale Jean Luois Tauran, chiamato a parlare di certezza, dialogo tra religioni e diplomazia all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede a Roma, che ha ospitato la Presentazione del 32esimo Meeting dell’Amicizia tra i Popoli, dal titolo: “E l’esistenza diventa una immensa certezza” . Accanto al Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il ministro degli Esteri Franco Frattini, il Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini ed Emilia Guarnieri. Il cardinale Tauran – diplomatico di lunga esperienza – è convinto che l’Italia possa giocare un ruolo importante nel complicato scacchiere del Nordafrica: per la sua storia di coabitazione pacifica tra le due sponde del Mediterraneo, per il suo non pesante passato coloniale, perché è il centro della cristianità.
Il Ministro Frattini promette l’impegno dell’Italia a sostegno del cammino verso la democrazia dei Paesi arabi e anticipa alcuni contenuti del suo intervento al Meeting sul tema, che lo vedrà impegnato in un dibattito con Wael Farouq – decente universitario, musulmano e promotore della prima edizione del Meeting al Cairo – e altri protagonisti civili e religiosi della società egiziana. Frattini ammette i molti errori della diplomazia internazionale, a partire dall’ aver privilegiato la stabilità dei governi rispetto alla nostra storia democratica, fatta di uguaglianza e diritti: gli stessi diritti, rivendicati nelle piazze da milioni di arabi, che hanno mostrato quanto illusoria fosse la stabilità dei loro governi dittatoriali.
Se facile è l’analisi delle “sviste” dei Governi occidentali, più difficile è individuare porposta convincete convincente di reale sostegno al difficile cammino verso al democrazia dei Paesi arabi. Il cardinale Tauran propone una “pedagogia dell’incontro” promossa dai leader delle tre grandi religioni monoteiste e fatta di programmi di educazione sui valori comuni, di pace, di rispetto e di solidarietà, perchè la libertà non è possibile al prezzo della sopraffazione di altri.



Dagli scenari incerti della politica internazionale ai 150 anni della nostra storia nazionale, che in tema di unità e pluralità possono insegnare molto all’Europa, ma anche all’Italia di oggi.
“150 anni di sussidiarietà: le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo”: è il titolo della mostra sui 150 anni dell’Unità d’Italia, che sarà inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per la prima volta tra i padilgioni della Fiera di Rimini, ospite d’onore nel giorno dell’apertura, domenica 21 agosto.
“Vogliamo mostrare che parlare di certezza è un’apertura a tutto, all’Unità nazionale, che è così importante in questo momento – dice Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e promotore della mostra – Non dobbiamo favorire divisioni, ma costruire il bene comune, partendo dalle grandi esperienza popolari del nostro Paese – cattolica, socialista e liberale – Il Presidente Napolitano è il segno di tutto questo.” Il percorso della mostra sui 150 anni di unità nazionale è una riflessione sull’originalità dell’identità italiana. “E’ un giudizio e un suggerimento per un nuovo inizio – conclude Vittadini – Perché non è possibile alcuna svolta senza un popolo che prenda coscienza di sé e del suo valore.”

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