Presidente Bernhard Scholz, quest’anno sarà Giorgio Napolitano a inaugurare il Meeting di Rimini.

Sì, per noi è un grande onore.

Qual è il significato della visita?

Viene per inaugurare la mostra suoi 150 anni di sussidiarietà in Italia. Credo sia anche un riconoscimento per il contributo che da 30 anni diamo al dialogo sociale e culturale di questo paese.



Sembra che Cielle/Compagnia delle Opere, in mezzo alla tempesta, abbia deciso di «puntare» sull’approdo sicuro del Colle…

L’invito è nato per la mostra. Dopodiché sappiamo tutti che in questo momento difficile Napolitano ha assunto un ruolo centrale. Questo darà un valore aggiunto alla sua visita.

Quest’anno ci saranno meno big della finanza, nel 2010 Rimini sembrava Cernobbio…



Ogni meeting è un evento a sé, e ciò lo rende straordinario. Quest’anno parleremo delle questioni più importanti per il futuro del paese.

Quali sono?

I giovani, il lavoro, il welfare, la pace nel mediterraneo e l’ecumenismo. La crisi ci invita con urgenza a rimettere al centro la crescita economica e la rinascita della società civile.

Sarà un Meeting più politico?

Il meeting ha sempre parlato non di politica in sé ma delle condizioni per tentare di migliorare la società. Solo così si rende preziosa. La verità è che c’è un bisogno urgente di ritrovare le ragioni della certezza nell’esistenza, come recita il titolo dell’edizione 2011 del meeting.



E voi lo farete?

Sì, ci sarà un grande incontro con il filosofo Costantino Esposito che ci aiuterà a ragionare antropologicamente sull’idea di certezza. Occorre un risveglio della soggettività di tutti: parti sociali, categorie economiche, società civile. Il meeting i problemi ama affrontarli e alcuni segnali di risveglio li vedo.

Quali?Nel mondo associativo l’unione di Rete Impresa Italia, i sindacati che tornano a dialogare e firmare accordi, la nuova alleanza delle Cooperative, il forum delle associazioni cattoliche. La politica da sola non ce la fa….

Allora siete delusi da questo governo. Per anni avete coltivato un certo collateralismo…In realtà ragioniamo da sempre con tutte le parti politiche, entrando nel merito delle questioni. Sicuramente le riforme di questo governo stanno tardando, bisognava farle prima. Adesso sono davvero indispensabili.

Quali riforme chiedete?

Una riforma fiscale seria che dia ossigeno a famiglie e imprese e abbia una forte connotazione anti evasione e poi l’approdo a una vera welfare society, sennò l’impoverimento della società sarà inevitabile. In passato lo Stato, per creare consensi facili, si è sovraccaricato di attese e richieste, generando un immenso debito pubblico. 

Il «vostro» Roberto Formigoni dice che con questa manovra correttiva il federalismo fiscale è morto in culla. Concorda?

Certamente si è molto appesantito nella sua realizzazione. Se tutti gli enti locali vengono trattati allo stesso modo, si frustrano i virtuosi. Il federalismo dovrebbe essere una positività per tutti, ma questa percezione è venuta un po’ meno.

Le vicende legate al crac dell’ospedale San Raffaele rilanciano la questione morale anche nel vostro movimento. Non è raro trovare personaggi vicini a voi coinvolti in faccende oscure. Solo coincidenze?
Sinceramente non capisco perché si cerchino sempre dei nessi anche quando non ci sono. In ogni caso aspettiamo cosa uscirà dalle indagini. Troppo spesso abbiamo visto accuse sparate poi rivelatesi inconsistenti.

 

Proponiamo l’intervista a Bernhard Scholz, presidente di Compagnia delle Opere, pubblicata su La Stampa di oggi, Sabato 20 agosto 2011.

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