Al Meeting di Rimini è da poco incominciato l’incontro “150 anni di sussidiarietà” cui partecipa il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, insieme a Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei deputati, Enrico Letta, vicesegretario del Pd, Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, ed Emilia Guarnieri, Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli.
In platea saranno presenti Corrado Passera, Ceo di Intesa Sanpaolo, e Fulvio Conti, Presidente di Enel, i quali domani parteciperanno a un incontro dedicato alle prospettive economiche dell’Italia. A gran sorpresa è invece giunto a Rimini Sergio Marchionne, Amministratore delegato di Fiat, proprio per ascoltare l’intervento di Napolitano. Lo scorso anno Sergio Marchionne era stato ospite al Meeting di Rimini, dove aveva tenuto un incontro dal titolo “Saper scegliere una strada”. Mercoledì, invece, è prevista a Rimini la presenza di John Elkann, Presidente di Fiat, per un incontro dal titolo “Quali certezze in un mondo incerto?”.
Proprio questa mattina, Il Corriere della Sera, ha pubblicato una lettera aperta di Massimo Mucchetti all’amministratore delegato di Fiat, nel quale il giornalista di via Solferino evidenziava che l’Italia è messa male, ma la Fiat peggio. Per Mucchetti le sorti del nostro Paese sono state sempre intrecciate con quelle del Lingotto. In questo periodo in cui i titoli di Stato italiani sono messi sotto pressione dai mercati, soffrono anche le obbligazioni e le azioni di Fiat. Basti pensare che le azioni di Fiat Spa (che comprende l’auto) alla fine dell’anno scorso valevano circa 8 euro e in questi giorni sono scese fino a poco più di 4 euro. Quasi un dimezzamento anche per Fiat Industrial, che da 10 euro ad azione è passata in meno di sei mesi a 5,7.
Staremo a vedere se dopo l’incontro del Presidente Napolitano Marchionne rilascerà qualche dichiarazione alla stampa, magari per rispondere all’articolo di Mucchetti che lo invitava a fare i conti con i risultati poco entusiasmanti di Fiat rispetto a quelli paventati dal suo management. Molto dura, in particolare, la chiusura dell’articolo apparso su Il Corriere della Sera.
Scrive infatti Mucchetti: “A differenza di tanti politici, lei è un uomo che sa decidere e rischiare. Non potendo fare investire i suoi azionisti sull’auto, si è inventato una strategia che ha incantato le banche d’affari. Magari ha incantato meno chi guarda al Paese e non crede alla debt economy, ma oggi non conta. La Fiat, che deve correggere la sua rotta, ha di nuovo bisogno dell’Italia e dell’Europa. Ma dovrebbe anche sentire il bisogno di dire la verità per intero, di confrontarsi con l’opinione pubblica, più esigente di tanti ministri e sindacalisti”.