Si parla anche di Padre Brown: accade al termine dell’incontro “Guardare il mondo con gli occhi di Chesterton” che si è tenuto ieri al Meeting di Rimini. Lo ha fatto Edoardo Rialti, uno dei relatori dell’incontro, quando ha ricordato il duello fra Flambeau e Padre Brown: il ladro che si converte solo perché il sacerdote gli ha detto perché rubava. Da allora non ha più rubato. “Il duello non è per la fede, ma per la ragione”. All’incontro hanno preso parte il giornalista Ubaldo Casotto che ha introdotto e coordinato l’evento, la docente di letteratura e teologia anglicana Alison Milbank dell’università di Nottingham e il professore e traduttore Edoardo Rialti. Che cosa avrebbe detto Chesterton, ha introdotto Casotto, della certezza? Citando lo spettacolo “La ballata del cavallo bianco” presentato la sera precedente sempre all’interno del Meeting di Rimini, avrebbe probabilmente detto frasi quali “lanciare il cuore oltre le incertezze” e “cavalcare nel dubbio la battaglia”. Sfida, duello, battaglia sono infatti termini che ben caratterizzano il grande scrittore inglese convertitosi al cattolicesimo. Come ha sottolineato infatti Rialti, la lotta e il duello sono aspetti caratteristici dello scrittore: “Chesterton combatte contro un nemico oscuro che tenta di inghiottire tutto e di spuntare l’arma dell’avversario” ha detto. Amare e lottare sono azioni indissolubili. Scrittori come Hemingway e Borges, ha aggiunto Rialti, “hanno ammirato la presenza di spirito di Chesterton nel contrastare e polemizzare in un mondo dove molti cominciavano a inchinarsi a Hitler”. La professoressa Milbank si è occupata degli studi fatti dallo scrittore inglese su San Tommaso d’Aquino: “In essi” ha detto “non troverete la disanima sistematica e dettagliata della Summa Tehologiae, ma una appassionata e convincente presentazione del modo con cui il cuore dell’opera di Tommaso ci consente di costruire genuine certezze delle nostre esperienze del mondo e di Dio”. Per Casotto, infine, Chesterton insegna a fidarsi delle cose come segni: l’evidenza non è che l’enorme accumulazione di piccoli fatti.
L’itinerario della certezza, ha detto ancora, non può essere solo una dottrina e non presenta ripetizioni tipiche di un modello o di un meccanismo, ma piuttosto quelle che si trovano in un racconto.