Una indagine della Guardia di finanza nei confronti della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, ha portato al sequestro preventivo di immobili e conti correnti bancari nonché a indagini su quattro responsabili della Fondazione stessa. Si tratta del legale rappresentante della Fondazione, del direttore generale, del responsabile amministrativo e la Fondazione stessa. L’accusa, secondo la procura di Rimini che ha disposto l’indagine, è di truffa per poter ottenere finanziamenti da parte dello Stato. In particolare, sempre secondo le accuse, il Meeting avrebbe presentato un bilancio non regolare che si presentava in rosso proprio per ottenere finanziamenti. Si parla di “progetto criminoso che ha permesso al Meeting di ottenere contribuzioni illecite per gli anni 2009-2010”. In sostanza, si sarebbero ottenuti finanziamenti tramite contributi pubblici da parte della Regione Emilia-Romagna, dall’Agenzia turistica di Rimini, della Camera di Commercio di Rimini e del ministero dei beni culturali “inducendo in errore gli enti circa la sussistenza di un passivo di bilancio della stessa fondazione”. Nella serata di ieri è quindi arrivato il comunicato ufficiale della Fondazione stessa che smentisce ogni accusa. Per il Meeting, si legge, l’ipotesi di reato è infondata ed è sproporzionata la misura di sequestro preventivo (un milione di euro). Il comunicato spiega come nella sua esperienza ultra trentennale il Meeting abbia sempre operato in modo trasparente e nessuna irregolarità sia mai stata registrata. Viene spiegato inoltre come nella sua lunga attività il Meeting non sia mai stato accusato in precedenza di alcun reato. Ecco il testo completo del comunicato diffuso dalla Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. “In relazione all’accusa di truffa aggravata nei confronti della Fondazione Meeting, desideriamo precisare che l’ipotesi di reato è per noi infondata, così come è sproporzionata la misura del sequestro preventivo della somma ipoteticamente ricevuta in modo irregolare, che oltre tutto rappresenta solo una minima parte del bilancio del Meeting”. Il testo del comunicato continua poi così:
Nella sua storia ultra trentennale il Meeting ha sempre operato con la massima trasparenza e non è mai stato riscontrato alcun tipo di irregolarità nella gestione.
Rispetto all’ipotesi di reato contestato siamo certi di aver operato con la massima correttezza, confortati anche da documenti in nostro possesso e già da tempo messi a disposizione nel corso delle indagini.
Siamo pronti a collaborare ulteriormente con totale disponibilità per il completo accertamento della verità dei fatti.
Ufficio Stampa
Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli”.