“La cucina è la mia finestra sul mondo”. Così Maria Teresa Biotti, neo laureata e, a tutti gli effetti, cuoca. Lunedì sera interverrà al Meeting di Rimini, in un dialogo con altri coetanei insieme con me a Marco Gatti, sul tema “Quel gusto che ci interpella ogni giorno”. L’ho voluta perché rappresenta il sogno della giovinezza che non va mai censurato ma, possibilmente, preso sul serio. Il sogno della giovinezza di solito (“Un solo documento ci interessa e risulta sempre nuovo – scriveva Pavese -: ciò che sapevamo fin da bambini”) si alimenta nell’incontro coi nonni, rapiti da quella serena esistenza che risulta come un compimento pronto per essere poi trasmesso, non ai figli, ma a quei cuori semplici che sono i nipoti. Anche Teresa osservava sua nonna in cucina e lì ha cominciato a guardare quella che poi sarebbe diventata la sua finestra sul mondo. Giacomo Perletti, invece, si deve ancora laureare, in Agraria, ma manca poco. Nel frattempo ha affittato terreni nelle montagne della bergamasca e ha cominciato l’avventura dell’allevatore. Questa estate l’ha passata a fare il fieno e la giornata finiva quando la luce del giorno si spegneva. Una vita dura, col fascino di scoprire i segreti dei malgari del luogo, che hanno iniziato a impastarsi con il suo sogno, per insegnargli come doveva fare.



Un giorno, in queste vallate, lo verremo a trovare nel suo agriturismo, quando il progetto che sta condividendo con un amico prenderà forma. E come se la prenderà: non c’è forza più intensa del desiderio, ma di questo pochissimi parlano. Il suo desidero Giacomo lo ha coltivato nel ricordo del padre, che era sommelier e gli ha trasmesso il valore del vino, assaggiato con rispetto, proprio in quella terra dove abitava il maestro di noi tutti, Gino Veronelli. L’ho conosciuto per caso, quando un giorno mi telefonò per dirmi che mi voleva conoscere: aveva sentito parlare (male) di me e i conti non gli tornavano, come quando dentro ai rapporti affiora l’ideologia che divide il mondo e issa steccati. Ma non era un’ideologia politica, bensì una discussione critica sugli organismi geneticamente modificati. Il bello di questa vicenda è che Giacomo era della stessa opinione di chi mi voleva male, ma non gli tornava che opinioni diverse potessero dividere la gente, fino alla disistima. Siamo diventati amici e una sera intorno a una Barbera abbiamo parlato pacatamente anche di quell’argomento tabù. E ho apprezzato la sua lucidità, la sua intelligenza. Quella sera, tornando a casa, ho avuto la sensazione che avessi incontrato un mondo migliore. 



Con noi c’era anche Simone Virgara, che invece fa Scienze Politiche e s’è impastato col vino, in quel di Nizza Monferrato, coinvolto da un amico che ha acquisito un’azienda. Anche con lui siamo diventati amici, dopo qualche difficoltà iniziale. Ma un giorno al telefono, sinceramente, gli ho detto che tutto quello che avevo, anche dal punto di vista professionale, era per lui, perché ciò che gratuitamente si è ricevuto, altrettanto va dato. Quando mi manda gli sms, raccontandomi degli incontri che fa, spesso con persone che conosco da una vita, mi commuovo, esattamente come la vita che si rinnova con gli occhi di chi guarda con una certa freschezza. Lui sta scoprendo il mondo del vino, i giovani che stanno prendendo le redini dell’azienda di famiglia, ma anche i vecchi, che stanno a guardare il nuovo che avanza.



Credo che l’incontro che faremo lunedì alle 19 (sala Mimosa B6) sarà qualcosa di davvero speciale, uno spaccato di giovani che sono tutt’altro di quelle amebe che vogliono spesso dipingerci i penosi e cinici analisti di turno sicuri solo del proprio conto in banca. Ma avete presente cos’è un giovane “educato” a guardare? Una persona che ha incontrato qualcuno – come pure è accaduto a me – che gli ha detto che i suoi desideri, i suoi sogni sono una cosa importante, quasi il cemento con cui costruire una civiltà? Il Meeting di Rimini, al di là di ciò che si leggerà sui giornali, ha dentro questo segreto. Per questo risulta ogni anno nuovo. Per questo conviene esserci. “Se sarete quello che dovete essere – diceva Santa Caterina da Siena – metterete fuoco in tutto il mondo!”

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