Pubblichiamo l’intervista a Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, apparsa sul Corriere della Sera di oggi

L’incontro inaugurale con il premier Mario Monti, la questione Formigoni, il rapporto con i tanti cantieri centristi e cattolici. Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, vuole però raccontare il Meeting di Rimini edizione trentatre partendo dall’infinito, dalla frase di Don Giussani scelta come titolo di quest’anno.



«La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito». La crisi non imporrebbe richiami più concreti?

No, anzi. Proprio perché c’è la crisi diciamo che l’uomo non può lasciarsi determinare dalle circostanze. Né rassegnati né ribelli, dobbiamo invece essere irriducibili e protagonisti di fronti agli eventi. La crisi non si risolve solo con qualche ricetta politico-economica. Abbiamo vissuto per troppi anni al di sopra della nostre possibilità e al di sotto delle nostre responsabilità. Ognuno ora è chiamato ad un impegno vero in vista del bene comune.



Ci sarà Mario Monti. A lui addirittura toccherà la vetrina del primo giorno. Qual è il vostro giudizio sull’esperienza del governo tecnico?

Nella politica italiana c’è stato un tasso di litigiosità non accettabile. Anche dopo Monti, occorrerà una forte collaborazione tra i principali partiti per avviare le riforme necessarie.

Tre-riforme-tre da fare subito?

Appena possibile una riforma fiscale per dare ossigeno alla crescita, riforma della pubblica amministrazione per renderla più efficace e meno costosa, riforma della giustizia civile per accorciare i tempi dei processi.

Si parla di una nuova aggregazione cattolica e centrista. Compagnia delle Opere è interessata?



Non pensiamo che sia il momento di un partito cattolico. Ogni politico cristiano, viceversa, può lavorare nel suo schieramento perché l’esperienza di fede porti a un impegno rivolto al bene comune.

Per voi esistono temi non negoziabili. La Curia di Milano, guidata da Angelo Scola, ha per esempio protestato con forza contro il registro delle unioni civili.

La libertà di educazione, la difesa della famiglia e la tutela della vita sono per noi questioni che non possono diventare oggetto di mediazione. Le priorità della politica devono rimanere i temi sociali ed economici. La crescita sostenibile, l’occupazione. Non credo proprio che le unioni civili possano essere considerate un’urgenza politica.

Il ritorno in campo di Berlusconi vi convince?

Tutti i partiti devono rinnovarsi. Il vero problema è che i partiti devono scegliere i loro programmi, prima di scegliersi i leader. Ci dicano dove vogliono andare, senza cadere nella trappola del personalismi e delle demonizzazioni reciproche. La politica italiana ha bisogno di un profondo rinnovamento di persone e formule politiche.

Presidente Scholz, la presenza di Formigoni al meeting è stata in forse fino all’ultimo. Avete provato imbarazzo per le vicende emerse della cronaca giudiziaria?

Nessuno di noi ha mai messo in dubbio il buon governo di Regione Lombardia. E Formigoni parlerà al meeting proprio di questo tema. Per quanto riguarda l’avviso di garanzia, chiediamo alla magistratura di far luce il prima possibile per evitare strumentalizzazioni e insinuazioni. Non vogliamo giustificare niente. ma neanche che si lasci spazio ad accuse infondate.

 

Proprio a Rimini, solo qualche anno fa, il faccendiere Daccò era solito offrire cene luculliane nelle serate del Meeting…

 

Questo, mi scusi, col nostro Meeting non c’entra proprio nulla.

 

Come si esce dalla crisi, Scholz? La ricetta «meno Stato più società» vale ancora?

 

Si. Lo stato assistenziale è in crisi. E le ricette keynesiane sono rischiose perché non fanno che aumentare il debito pubblico. Per questo la sfida è quella di passare ora alla welfare society e riscoprire l’economia sociale di mercato. La crisi finanziaria, d’altra parte, è nata dal tradimento del desiderio umano che pensava di trovare la felicità nel profitto a breve. Il profitto è sempre strumento mai fine.

 

Ma Cl non era liberista? L’anno scorso Marchionne fu accolto come una star.

 

Il liberismo non è mai stato nel nostro Dna. C’è invece l’idea forte di libertà su cui scommetteva tutto lo stesso Don Giussani. Ma sempre connessa alla responsabilità personale e sociale. Le regole servono. Servono per esempio a far emergere il merito.

 

Chi sarà il protagonista, la star appunto, del meeting 2012?

 

Ci saranno, oltre a diversi rappresentanti del governo italiano, il Presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, Nassir Abdulaziz Al-Nasser, il Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, l’economista Jeffrey Sachs, il Vicepresidente del Meeting del Cairo, Wael Farouq, il teologo spagnolo Javier Prades, che farà l’introduzione al titolo. Comunque, me lo faccia dire, i protagonisti saranno i giovani, ancora una volta. Il loro futuro dev’essere al centro del nostro impegno.

 

(Andrea Senesi)

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