Cosa rende speciale l’uomo? L’incontro che si è svolto lunedì 20 agosto alle 11.15 al Caffè letterario Eni, nel corso della XXXII edizione del Meeting di Rimini, ha avuto come tema centrale proprio la natura stessa dell’uomo. Per affrontare l’argomento hanno preso la parola Eugenio Mazzarella, docente di Filosofia teoretica all’Università degli studi Federico II di Napoli e parlamentare del Pd, e Costantino Esposito, docente di Storia della filosofia all’Università degli studi di Bari. L’incontro è stato invece moderato da Carmine Di Martino, docente di Filosofia teoretica all’Università degli studi di Milano, che ha rivolto ai due relatori diverse domande. Una di queste è stata: “Si può ancora dare per scontato il concetto di natura umana? Come si è evoluto e si sta evolvendo?”. Mazzarella arriva sull’argomento parlando del riduzionismo fisicista, che pretende di spiegare la natura umana partendo da basi fisiologiche, spiegando come questo modello evidenzi i suoi limiti nel mostrare la relazione tra fisicità e interiorità e nel descrivere i concetti di dovere e di coscienza. Esposito, invece, spiega come nel XVII secolo Cartesio, nel tentativo di descrivere l’uomo, abbia posto un problema che avrebbe coinvolto i filosofi delle successive generazioni. La natura umana, ha detto, non è altro che il frutto e il culmine di una “evoluzione straordinariamente sofisticata”, ma non perr questo è “speciale”, cioè non si trova su un diverso livello rispetto alle forme evolutive precedenti. Si parla poi di nuove tecnologie, come la clonazione: come queste incidono sul concetto di natura umana e come tale concetto viene interpellato dalla globalizzazione? Il professor Mazzarella richiama l’etica della prudenza e il principio di responsabilità, mentre Esposito, parlando di globalizzazione, si chiede se il principio di supremazia dell’uomo sul creato proprio delle radici giudaico-cristiane possa essere condiviso a livello globale. Di Martino introduce quindi l’ultima domanda: “Quale è la natura dell’uomo, la nostra natura? A cosa bisogna guardare per rispondere? Che risposta vi siete dati? Che cammino avete fatto per raggiungerla?”. Mazzarella, leggendo un poesia della polacca Wislawa Szymborska, “Stupore”, spiega che nella sua esistenza l’osservazione lo ha condotto a uno stupore di fronte al mistero dell’uomo.
Afferma poi che a suo giudizio vi sono tre istituzioni che mostrano il legame tra l’uomo e l’infinito: le nozze, le sepolture e la presenza di luoghi di culto. Anche Esposito parla di tre fenomeni in cui la natura umana si rivela irriducibile: primo, siamo esseri che domandano inesauribilmente il perché delle cose; secondo, siamo esseri bisognosi quasi di tutto, ma anche quando riusciamo a soddisfare i nostri bisogni, rimaniamo comunque insoddisfatti. Terzo: sperimentiamo lo stupore per l’esistenza delle cose, siamo capaci di immaginarci che le cose potrebbero anche non esserci. Queste tre cose, conclude, evidenziano un rapporto con l’infinito e mostrano che “forse il nostro cervello è stato fatto per intendere cose più grandi di sé”.