Carissimi amici de IlSussidiario,
la mostra “L’imprevedibile istante”, realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà, è una delle occasioni più significative che si incontrano al Meeting di Rimini per mettere a tema la scuola in modo corretto e con una efficacia altrimenti impossibile. Visitando questa mostra si impara a guardare la realtà, questo è il primo dato e come tale affascinante perché non è solo un contenuto quello che la mostra comunica, ma porta dentro la realtà suggerendo la direzione dello sguardo che sola sa cogliere ciò che l’uomo si trova davanti ad ogni istante.
E la direzione dello sguardo che la mostra indica è una direzione aperta a guardare tutto del reale; mondo della scuola, università, mondo del lavoro vengono osservati in tutte le loro caratteristiche, tanto da saperne indicare il contesto, da saperlo analizzare in tutti gli aspetti emergenti e nascosti. Ma, è questo è il fattore eccezionale della mostra, non basta la più perfetta delle analisi per constatare la realtà, per descriverla, non è sufficiente la somma di dati che un lavoro di alta professionalità sa fare per poter cogliere ciò che si vuole analizzare, c’è un dato in più, un dato che è qualcosa di più della somma dei dati che è stata fatta, ed è questo dato in più che permette di conoscere la realtà per quello che essa effettivamente è. Senza questo dato in più ci si fermerebbe alla superficie delle cose e non si arriverebbe a cogliere la suggestione che la realtà pone e con essa l’indicazione della strada per potersi districare nei problemi incontrati e per poter così camminare verso una vita sempre più intensa e autentica.
Che cosa è questo dato in più cui le analisi spingono? Che cosa si incontra in questa mostra capace di presentare con una analisi precisa i diversi contesti di scuola, università e lavoro?
È che dentro questi contesti si fa largo una esperienza, piccola, quasi impercettibile, ma vera, dove è presa sul serio l’educazione o la tensione alla cultura o il bisogno di lavoro, e in quella esperienza si affermano le esigenze dell’uomo. La realtà non è guardata fino in fondo se non si arriva ad intercettare quel punto in cui l’uomo inizia una costruzione, quel punto di positività per cui un uomo non si lascia sconfiggere dai problemi ma, avvertita un’apertura, la segue e costruisce: dentro la scuola educa, dentro l’università crea cultura, dentro la società condivide il bisogno di un lavoro.
È questo il dato che fa della mostra “L’imprevedibile istante” un’occasione educativa di alta qualità, che visitando quella mostra si è sfidati a guardare la realtà secondo tutti i suoi fattori, e che la realtà non sia una somma di dati o un elenco di problemi ne sono commovente documentazione tutte le esperienze che la mostra presenta e dentro le quali si percepisce la densità del reale, come sia entusiasmante far scuola, vivere l’università, andare ogni mattina a lavorare.
Per questa ragione la mostra sull’imprevedibile istante potrebbe essere un’occasione significativa per il mondo della scuola che è all’inizio di un nuovo anno e che andrà ad affrontare un autunno senz’altro caldo, perché il tema della crisi sarà al centro del dibattito scolastico, in quanto la scuola stessa ne soffrirà per i tagli cui è sottoposta. Non ci vuole un indovino per prevedere che a settembre e ottobre dentro le scuole si parlerà di crisi, si evidenzieranno i gravi problemi di questo difficile momento, come non è difficile prevedere che se ne parlerà nel solito modo, ideologico e rivendicativo. La mostra “L’imprevedibile istante” indica invece che c’è un modo più ragionevole d’affrontare il tema della crisi, di cogliere quale sia l’urgenza di oggi, di intercettare la costruttività che già c’è in atto dentro scuola, università e mondo del lavoro. Portare questa mostra dentro la scuola può quindi essere una proposta significativa, perché offre a studenti e insegnanti l’occasione di paragonarsi con una ipotesi ragionevole di guardare la realtà e di verificarla.