Si terrà alle ore 19 di oggi, domenica 24 agosto, il terzo incontro della XXXV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli organizzato da Comunione e Liberazione in programma fino al 30 agosto presso la fiera di Rimini. Il dibattito in questione, visibile anche in diretta streaming tramite il canale Youtube del Meeting, si intitola “Università educazione alla libertà, l’esperienza del gruppo Swap” e si terrà presso la sala Neri Conai. Introduce l’incontro Davide Perillo, direttore di “Tracce” e partecipano: Wael Farouq, Visiting Professor di Lingua Araba all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Mario Gatti, Direttore di sede di Milano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Interventi di alcuni ragazzi del gruppo SWAP (Share With All People). Proprio oggi Wael Farouq è intervenuto sulle colonne de IlSussidiario.net con un articolo in cui ringrazia Papa Francesco per aver dato spazio nelle sue preghiere a tutte le vittime perseguitate. “Vorrei dire a Papa Francesco che io e milioni di musulmani preghiamo assieme a lui – scrive Farouq – , avendo fede che un Dio giusto e misericordioso, che ama i propri figli, ascolterà le sue preghiere e risponderà. Vorrei dirgli che non daremo ascolto a chi è mosso dal desiderio di vendetta, a chi prepara il terreno per una grande guerra in nome della religione. Noi difenderemo – continua l’articolo – chi ha perso la vita per conservare la propria fede rinunciando alla nostra”. Farouq spiega che tutti loro avrebbero potuto evitare queste pene, rinunciando alla propria fede. Ma non è stato fatto. “Hanno rifiutato la vita scegliendo l’eternità, hanno rifiutato la falsità scegliendo la verità”… “Una vita senza la fede non val la pena di essere vissuta”.



Leggi anche

UNIVERSITÀ/ “Anche questa generazione è al bivio tra esperienza e ideologia”EUGENIO BORGNA/ Con lui non muore uno psichiatra, ma un amico del MisteroCRISTIANI PERSEGUITATI/ Noi, ovunque "stranieri", a Mosul come a MilanoCRISTIANI PERSEGUITATI/ Bhatti: dal Pakistan all'Iraq, l'ideologia nemica della fede è una solaUCRAINA/ Dalla periferia al centro: la rivoluzione della tenerezza