Quando quindici anni fa feci la mia testimonianza all’incontro di Comunione e liberazione a La Thuile, Giussani fu capace di vedere nel profondo del mio “essere congelato” e la grazia della freccia scoccata dall’Italia attraverso il carisma del Movimento colpì il mio cuore. Il tempo mi ha fatto capire come allora Giussani riuscì a vedere, sperimentare e riconoscere l’incontro che avevo fatto e le possibilità di una vita rinnovata. Voglio qui condividere questa mia esperienza, ora che il carisma del Movimento è interamente presente nella mia vita e ha cambiato radicalmente e nel quotidiano il mio modo di essere uomo e prete. Attenzione, però, tutto ciò non ha nulla a che fare con l’essere arrivati, perché il cammino è continuamente segnato da nuovi inizi che superano ciò che posso immaginare io. 



Io vengo da Rochester, Minnesota, possiamo dire alla periferia dell’esistenza, una piccola città del Midwest con un grande centro ospedaliero. La nostra parrocchia, San Giovanni Evangelista, è vicina all’ospedale ed entriamo in rapporto con migliaia di persone ogni anno, famiglie e pazienti che vengono qui per essere guariti. Io sono arrivato a considerare questo posto come un luogo in cui avvengono miracoli. 



Di recente è arrivato Joe con la sua famiglia per avere un altro parere sul tumore al cervello di cui doveva essere operato e, dopo varie consultazioni, ha deciso di farsi operare qui alla Clinica Mayo. Dato che non sarebbe stato possibile asportare tutta la massa tumorale, si sarebbero rese necessarie ulteriori cure dopo l’intervento, ma quando Joe è tornato per iniziarle, gli esami hanno rivelato l’assenza di ogni residuo di tumore. Nonostante ripetuti esami e consultazioni, i medici non sono riusciti a spiegare l’accaduto, ma ecco cosa mi ha detto Joe: “Mia moglie e io abbiamo passato ore nella tua chiesa pregando per l’intercessione di San Riccardo Pampuri. Lui è stato il vero dottore per noi”. Il mistero era arrivato alla periferia del mondo.



Questo dottore italiano, morto nel 1930 e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1989, era molto caro a don Giussani. Nel 1999 mi fu diagnosticato un tumore e andai a visitare don Giussani. Con un gruppo di preti andammo a pregare per don Giussani sulla tomba di San Riccardo e io parlai del mio tumore a un memor di Rochester che mi accompagnava e insieme pregammo per l’intercessione del Santo. Al mio ritorno negli Usa, fui certo che il tumore era sparito e la biopsia fatta alla Mayo ne confermò la sparizione.

Don Giussani, commosso da questa miracolosa guarigione, regalò alla nostra chiesa una statua, intagliata a mano nelle Dolomiti, di san Riccardo raffigurato seduto e pronto ad accogliere il paziente e ad abbracciarlo. Viene così richiamata la vera origine di questi segni e doni della Grazia che hanno così radicalmente cambiato la mia vita. 

Sono innumerevoli le storie di guarigioni attraverso San Riccardo, come quella di un uomo padre di sette figli del quale i medici della Mayo avevano dichiarato la morte cerebrale. La moglie e i figli vennero nella nostra chiesa la domenica mattina, perché nel pomeriggio il respiratore sarebbe stato staccato e il loro congiunto morto. Mi chiesero cosa potevano fare e io li invitai a pregare San Riccardo davanti alla sua statua. Nel pomeriggio l’uomo cominciò a migliorare e finì per guarire completamente. 

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