Si tiene questa sera, nell’ambito della Sagra Malatestiana in collaborazione con il Meeting di Rimini, un grande evento di musica e cinema: “La dolce vita: la musica del cinema italiano”. Alle ore 21, presso il Palacongressi di Rimini, con la direzione del Maestro Steven Mercurio, una sfilata di grandi nomi della musica italiana (Alice, Morgan, Andrea Obiso, Federico Paciotti, Tosca e Raphael Gualazzi) interpreteranno classici dalle colonne sonore di autori come Luis Bacalov, Stelvio Cipriani, Giovanni Fusco, Ennio Morricone, Nino Oliviero, Riz Ortolani, Nicola Piovani, Nino Rota, Armando Trovaioli. Ilsussidiario.net ha parlato con uno degli artisti che si esibiranno, Tosca (Vero nome Tiziana Tosca Donati), da sempre grandissima appassionata d cinema e cantante tra le più originali del panorama musicale italiano.



Ci puoi anticipare quali brani interpreterai questa sera?

Canterò due brani di Nicola Piovani dal film “La vita è bella”. Il primo è Buongiorno principessa, che tra l’altro proprio tramite Piovani ho scoperto essere stato composto come un esperimento, un testo pensato per un tenore che voleva provare a cantarla. Piovani buttò giù un testo quasi per gioco e invece ne venne fuori un capolavoro.



Che altro canterai?

La vita è bella, nella versione in spagnolo perché la ritengo più vicina al nostro cuore italiano, unendola con la versione di Benigni, dunque parte in spagnolo e parte in italiano. Alla fine farò un duetto con il tenore Federico Paciotti, esibirmi con questi talenti emergenti è una cosa che artisticamente mi riempie tantissimo. Faremo un brano dal film Il postino.

Che rapporto c’è per te tra musica e immagine, canzoni e film?

Ho un approccio molto rigoroso, nella mia discoteca ho più colonne sonore che dischi pop. Sono una grande appassionata sempre alla ricerca di nuove sonorità e di nuove anime musicali per quanto riguarda il cinema. Penso che un film con la musica sbagliata è riuscito al 50%. Amo molto il cinema e spesso vado a vedere cose particolari e delle volte capita di vedere dei piccoli film con colonne sonore meravigliose e scoprire giovani autori che poi sono diventati grandissimi. Oppure vedi produzioni kolossal con musiche scontate che colorano il margine e basta. Appartengo alla schiera dell’emozione, della profondità dell’immagine legata alla musica, sono molto esigente.



Qualche consiglio, qualche colonna sonora ascoltata di recente che ti ha colpito in modo particolare?

Qualche anno fa mi colpì moltissimo Caravel, consiglio di ascoltarlo, una colonna sonora che vive al di là del film. Penso poi l’ultimo film di Woody Allen su Parigi anche se è una colonna sonora assemblata è meravigliosa, fatta con grandissimo gusto, oppure il recente La famiglia Bélier.

Invece un classico intramontabile?

Ce ne sono tantissimi, ma credo  che C’era una volta in America rimanga ancora su tutti, uno di quei dischi che metti a prescindere. Ma anche Divorzio all’italiana, mi fece molto sorridere che matrimonio e funerale avessero la stessa musica.

 

I tuoi progetti personali invece? Stai lavorando al seguito del tuo ultimo disco del 2014, “Il suono della voce”?

No, sto ancora portando in giro quel  disco, è un progetto che non ha scadenza. Suoniamo nei luoghi d’arte, a settembre saremo a Firenze poi c’è un grosso un progetto legato a Roma e poi andremo anche all’estero essendo un disco di canzoni internazionali.

 

Un progetto particolarmente significativo vista l’attuale situazione di popoli in fuga e di difficile accoglienza in occidente.

Credo che bisogna dare alla vita un significato di comunione. Io sono per l’incontro tra culture e religioni, qui da noi in Italia è qualcosa di difficile da accettare, io credo in una comunità fatta di più razze senza rimanere chiusi perché la paura genera solo paura che fa rima con chiusura.

 

Nel 2006 ti eri esibita al Meeting di Rimini, che ricordo ne hai?

Ne ho un ottimo ricordo, come detto prima tutto quello che è apertura e incontro mi interessa. L’anno scorso ho assistito a uno sbarco in spiaggia e non dimenticherò mai l’immagine di un uomo con la camicia appiccicata alla pelle che non riuscivano a staccargliela. Chiunque parla di respingere queste persone è una persona meschina che lo fa solo per interessi politici. Come si fa a lasciare morire le famiglie in mare?

 

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