Meeting 2018. Che piaccia o no, è il luogo d’incontro umano e culturale dell’estate. Dove le voci e i volti, uniti da una Presenza riconosciuta, determinano lo sguardo sulla realtà e l’opera per renderla più corrispondente ai nostri bisogni. Meeting, e sono testimonianze, dei colti e degli umili, dei vicini e dei lontani, per allargare la ragione e l’orizzonte del mondo, che spesso riduciamo alla prospettiva della televisione o delle nostre asfittiche mura. Soul è un programma avido di incontri e di storie: per questo non manca il Meeting, cercando di anno in anno nuovi volti, da raccogliere nella galleria di ritratti che cresce e non può finire: sono infiniti i volti imprevisti di chi ci è dato.
Quest’anno Soul racconta il Meeting con sette incontri, uno al giorno, dal 19 al 25 compreso, alle ore 20.45. A parte sabato 24, quando la programmazione di Tv2000 sarà tutta per papa Francesco.
Cominciamo con Ignacio Carbajosa Perez, che la gente di Rimini conosce come don Nacho. È un teologo spagnolo, docente nella stessa università San Damaso dive insegnava don Julián Carrón, che l’ha voluto come guida del movimento di Comunione e Liberazione in Spagna. È a sua cura la grande mostra del Meeting dedicata alla figura di Giobbe, ovvero l’uomo davanti al mistero della sofferenza, del male. Rocco Buttiglione è uno dei pionieri del Meeting: fin da ragazzo, affascinato da don Giussani, è stato tra i protagonisti più in vista di Cl; filosofo stimato, coraggioso nei dibattiti culturali più caldi, è stato amico stimato di Giovanni Paolo II e Benedetto, dei quali nota il profondo legame con l’azione pastorale e teologica di papa Francesco. Guzman Carriquiry Lecour è al servizio della Santa Sede da oltre 40 anni. Uruguayano, accademico, è dal 2014 segretario della Conferenza episcopale latinoamericana, primo laico in un organismo vaticano, amico di Jorge Bergoglio quando ancora non era vescovo. Il suo è un punto d’osservazione speciale su un continente che dalla “fine del mondo” si trova ora ad essere motore centrale della Chiesa.
Silvio Cattarina è ben noto a chi frequenta il Meeting: la sua comunità “L’imprevisto”, con le sue tante e varie creature, è un luogo dove la bellezza e il bene alla persona salvano tanti giovani dalle tossicodipendenze e dalla disperazione. Philip Jenkins è forse l’ospite più noto e atteso di quest’anno a Rimini. È il più grande storico delle religioni, ne tasta il polso, ne scruta le criticità, le sfide, ne considera l’incidenza sulle realtà politiche, sociali, antropologiche. Alla faccia di chi da anni profetizza la morte del sacro. Abbiamo tanto parlato quest’anno del 68, in occasione del suo 50esimo anniversario. Mentre nascevano in quel fermento grandi novità, per esempio nella Chiesa proprio i movimento ecclesiali, cresceva la malerba dell’antagonismo, che prenderà presto la deriva del terrorismo. Franco Bonisoli aveva 19 anni, e aveva sparato a Indro Montanelli, agli uomini della scorta di Aldo Moro. Ha scontato una pena giusta e dura, ha compreso il delirio dell’ideologia. Ha imparato a farsi perdonare, e poco a poco a perdonarsi.
E infine Veronica, la più giovane, la più fragile delle ragazzine eppure la più forte, la più eccezionale delle testimonianze che il Meeting sa proporre. Perché Veronica Cantero Burroni è una brava scrittrice, vivace e abile di penna, anche se ha solo 15 anni. Porta con coraggio e serena fortezza una malattia grave, che le impedisce di muoversi, non di essere libera e voler partecipare alla croce di Cristo. Giovane santa viva tra noi, semplice e rara intelligenza, cuore immenso che sa dove si trova la felicità. E con questa consapevolezza di fede sposta, spacca le montagne, parlando con eguale limpida coscienza al papa o ai ministri del suo paese, l’Argentina, ai coetanei e ai troppi adulti che ritengono la minorità fisica un buon motivo per non dare la vita.