Nel giorno in cui i dati Istat mostrano il crollo ulteriore del Pil Italia nel secondo trimestre 2020 (-12,8% rispetto al già drammatico primo rimaste dell’anno), il Ministero dell’Economia e Finanze pubblica i dati sulle entrate del fisco, giudicandoli migliori del previsto: dopo il doppio tasse-day del 20 luglio e 20 agosto, i dati mostrano «un andamento superiore alle attese e una situazione complessiva in via di miglioramento per l’economia italiana». La nota del Mef giudica un netto rialzo del 9% delle entrate versate dai contribuenti con modello F24 rispetto allo stesso mese del 2019, «sostenuto dal buon andamento dell’Irpef e dell’Ires versate in autoliquidazione». Dopo la crisi Covid e la deroga su diversi pagamenti nei mesi critici del lockdown, il Mef incassa una netta crescita dell’Irpef del 3,3%, ma anche dell’Ires del 4,8%, «mentre l’Irap mostra una variazione negativa del 49% legata alla misura del Decreto Rilancio che ha cancellato il versamento del saldo 2019 e della prima rata dell’acconto 2020 per le imprese con fatturato non superiore a 250 milioni».
ENTRATE TASSE MIGLIORI, MA IL PIL INTANTO SPROFONDA
A commento dei dati sulle tasse in entrata in questo secondo trimestre del 2020, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sottolinea «i dati sulle entrate tributarie si aggiungono ad altre evidenze che ci consentono di auspicare un forte rimbalzo del PIL nel terzo trimestre, dopo la caduta del secondo trimestre confermata dai dati odierni dell’Istat che apportano alla precedente stima una revisione molto contenuta». I consumi interni delle famiglie, conclude ancora il titolare del Tesoro, «nei mesi di luglio e agosto si sono riavvicinati ai livelli pre-crisi, anche oltrepassandoli in alcune componenti ad agosto. Al contempo, gli ordinativi e le aspettative delle imprese, pur rimanendo inferiori al normale, sono ulteriormente saliti nel bimestre. Credo che si debba dare atto al sistema Paese di aver lavorato unito per far fronte ad una situazione senza precedenti». Resta però il problema del Pil, in attesa del terzo trimestre: oggi l’Istat certifica la crisi nerissima del prodotto interno lordo, mai così basso dal 1995 fino ad oggi. A trascinare la caduta del Pil, spiega l’Istat, «è stata soprattutto la domanda interna, con un apporto particolarmente negativo dei consumi privati e contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione delle scorte. Anche la domanda estera ha fornito un apporto negativo, per la riduzione delle esportazioni più decisa di quella delle importazioni».